Pubblichiamo la presentazione, a cura di Paolo Fonzi, del progetto audio-visuale “Memorie dell’occupazione in Grecia”, sostenuto da istituzioni tedesche e greche e conclusosi nell’aprile 2018. Nel corso della ricerca sono state raccolte 90 testimonianze sull’occupazione italo-tedesca della Grecia durante la Seconda Guerra Mondiale. Questi materiali sono liberamente consultabili sul sito internet del progetto, in lingua originale corredate di una trascrizione in greco ed una traduzione in tedesco. Un progetto analogo per l’Italia, dal titolo Le vittime italiane del nazionalsocialismo: le memorie dei sopravvissuti, è stato avviato il 7 maggio 2019 sotto la direzione di Filippo Focardi e con la collaborazione dell’Associazione italiana di storia orale (AISO), dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri – Rete degli istituti per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea – e delle principali associazioni che rappresentano le vittime del nazismo.
Dall’inizio della crisi economica nel 2010, le relazioni tra la Grecia e la Germania sono decisamente peggiorate. Da decenni ormai la Grecia rivendica dalla Germania il pagamento di ulteriori riparazioni e risarcimenti, oltre i 115 milioni di marchi versati in seguito agli accordi del 1960. I governi tedeschi hanno sempre opposto un netto rifiuto richiamandosi all’accordo del 1960 e a quello di Londra del 1953, quando si decise che la questione delle riparazioni sarebbe stata risolta solo dopo la firma del trattato di pace tra Germania e Alleati, poi di fatto sostituito dal cosiddetto “Trattato Quattro più Due” che nel 1990 ha consentito la riunificazione tedesca. Dallo scoppio della crisi, i governi greci sono tornati ad insistitere sulle loro richieste, soprattutto sulla restituzione del cosiddetto “prestito di occupazione”, cioè i pagamenti che tra il 1942 e il 1944 la Germania constrinse il governo greco a corrispondere al Terzo Reich oltre quelli versati in conto spese di occupazione. Il dibattito, accesissimo, è quanto mai attuale. Lo scorso 17 aprile il parlamento greco, in una lunghissima seduta, ha approvato a maggioranza una proposta del Presidente del parlamento che invita il governo a intraprendere tutte le vie diplomatiche e legali perché la Germania versi 290 miliardi di euro in riparazioni e risarcimenti per crimini di guerra ai danni di cittadini greci. Sebbene parte degli organi di stampa, soprattutto in Germania, accusi la Grecia di utilizzare tali richieste in modo strumentale, per contrastare la politica di austerità imposte dalle istituzioni internazionali su forte pressione tedesca, va detto che, in realtà, già prima della crisi la Grecia aveva chiesto risarcimenti e la restituzione del prestito di occupazione. Il riaffiorare della memoria della guerra nel mezzo della crisi economica ha, inoltre, una logica più profonda. Come hanno mostrato recenti ricerche antropologiche sugli effetti della crisi nella società greca, questa viene vissuta come un’ennesima forma di “occupazione” straniera. L’imposizione del piano di austerità è vista da molti greci come il ritorno a quelle forme di subordinazione a potenze straniere che si sono avvicendate nel corso della storia greca, in ultimo quella degli occupanti tedeschi, italiani e bulgari durante la Seconda Guerra Mondiale[1].
In questo contesto, che vede il diffondersi in Grecia e in altri paesi europei di un’acuta ostilità verso la Germania, interviene un ampio progetto di storia orale dal titolo “Memorie dell’occupazione in Grecia” conclusosi nell’aprile 2018. Finanziato tra gli altri[2] dal Ministero degli esteri tedesco, che ha istituito nel 2014 un “Fondo greco-tedesco per il futuro” (deutsch-griechischer Zukunftsfonds, dotazione 1 milione di euro), il progetto mira a porre le fondamenta di una memoria comune tra i due paesi diffondendo tra i tedeschi una maggiore consapevolezza dei crimini compiuti dalle forze tedesche in Grecia tra il 1941 e il 1944. Organizzato dalla Freie Universität di Berlino, sotto la direzione del Prof. Dr. Nicolas Apostolopoulos (Center für Digitale Systeme (CeDiS) della Freie Universität), in cooperazione con la Università nazionale capodistriana di Atene, “Memorie dell’occupazione in Grecia” è stato diretto scientificamente dal Prof. Hagen Fleischer, storico di origine austriaca naturalizzato greco e massimo esperto della storia dell’occupazione tedesca in Grecia[3]. Il materiale raccolto non è solo rilevante per la memoria collettiva dei due paesi, ma è anche un importante corpus di fonti che attende di essere messo a frutto dagli storici.
Nel condurre le interviste il team ha adottato il metodo “biografico-narrativo” sistematizzato da Alexander von Plato[4]. In una prima fase si chiede agli intervistati di raccontare semplicemente la propria vita e li si lascia raccontare liberamente, per associazioni o in modo cronologico, senza interromperli. Solo su richieste degli intervistati si pongono domande più specifiche. Nella seconda fase gli intervistatori intervengono con domande che aiutano a chiarire punti oscuri e possibili incomprensioni. In una terza fase si pongono domande relative a punti di una lista di questioni preparata preliminarmente da intervistatori a cui l’intervistato non ha dato spontaneamente una risposta. Infine, gli intervistatori hanno la possibilità di discutere con i loro interlocutori alcuni punti della narrazione.
La tipologia delle testimonianze raccolte nel progetto è varia. Sono intervistati ex-partigiani, vittime di massacri, sopravvissuti a bombardamenti, ebrei che si nascosero per sfuggire alla persecuzione, sopravvissuti alla shoah, individui arrestati durante le “razzie” tedesche e deportati in Germania. I temi più ricorrenti sono i sanguinosi massacri di civili – come quelli di Kalavryta, Distomo, Creta -, le deportazioni nei campi di concentramento e la resistenza. Le 91 video-interviste raccolte in Grecia da 8 giovani ricercatori sono liberamente consultabili sul sito internet del progetto in lingua originale corredate di una trascrizione in greco ed una traduzione in tedesco. Vi è inoltre un indice dei temi più rilevanti, una serie di parole chiave e annotazioni che illustrano al fruitore il contesto storico della narrazione. L’archivio consente di compiere ricerche tematiche all’interno delle trascrizioni e visionare direttamente i passaggi dell’intervista relativi. Il sito contiene inoltre materiale informativo in lingua inglese, tedesca e greca sulla questione delle riparazioni, la memoria dei crimini tedeschi in Grecia e in Germania, i luoghi della memoria dell’occupazione tedesca in Grecia.
A completamento del progetto e per valorizzarne il potenziale pedagogico, il Ministero degli esteri tedesco e la Fondazione Stavros Narchos hanno recentemente avviato un secondo progetto dal titolo “Memoria dell’occupazione in Grecia – Portale didattico” per creare strumenti tramite i quali le interviste possano essere utilizzate nella didattica scolastica. Il portale intende mettere a disposizione materiale integrativo volto a sviluppare negli studenti un approccio critico all’intervista come fonte storica.
[1] Su questo il bel libro di Daniel Knight, History, Time, and Economic Crisis in Central Greece, Palgrave McMillan, New York, 2015, che ha condotto una ricerca nella città di Trikkala, in Tessaglia.
[2] Gli altri enti finanziatori sono la Stavros Niarchos Foundation, la Fondazione Erinnerung, Verantwortung und Zukunft e la Freie Universität Berlin.
[3] Suo è uno dei primi studi sull’argomento: Hagen Fleischer, Im Kreuzschatten der Mächte. Griechenland 1941-1944 (Okkupation – Resistance – Kollaboration), Frankfurt am Main [u.a.] : Lang, 1986, edizione greca: Hagen Fleischer, Stemma kai swastika. H Ellada tis Katochis kai tis Antistasis 1941-1944, Atene, Papazisis, 1995.
[4] Il metodo è illustrato sulla pagina internet del progetto. Una descrizione più ampia ma comunque sintetica di Alexander von Plato è reperibile sul sito di un progetto che ha raccolto interviste di lavoratori coatti, https://www.zwangsarbeit-archiv.de/sammlung/entstehung/plato-interview-richtlinien.pdf.
Immagine in evidenza: Kreta, Kondomari, Erschießung von Zivilisten, Bundesarchiv, Bild 101I-166-0525-12 / Weixler, Franz Peter / CC-BY-SA 3.0