Abbiamo ricevuto in lettura una tesi di laurea basata su fonti orali. L’abbiamo letta e discussa in redazione, ne abbiamo parlato con l’autore e gli abbiamo chiesto di pubblicarne un lungo estratto, il terzo capitolo, di oltre cento pagine, scaricabile in pdf (1,1 Mb). Qui di seguito potete leggere una nota redazionale e un estratto dell’introduzione.
Nota redazionale, di Marina Brancato e Gabriele Moscaritolo
Antonio Flauto ha portato a termine una tesi in storia di genere presso l’Università degli studi di Napoli “Federico II” nel luglio 2017 nell’ambito del corso di laurea magistrale in Scienze storiche e sotto la guida della professoressa Laura Guidi. La sua tesi – dal titolo Voci dei Quartieri Spagnoli. Un’indagine di storia orale e della quale pubblichiamo un estratto – rappresenta un buon esempio di ricerca interdisciplinare basata sull’uso e l’interpretazione di fonti orali avendo come chiave di lettura una prospettiva di genere.
Il lavoro di Flauto sembra voler rispondere alle seguenti domande: Cosa vuol dire essere donne e uomini nel mondo contemporaneo e come si vive una realtà in continuo cambiamento? Oggetto del lavoro sono i Quartieri spagnoli, zona di Napoli sorta intorno alla metà del XVI sec., destinata ad accogliere i militari sotto la guida del viceré spagnolo Pedro Toledo.
Ai Quartieri, così come all’intera città di Napoli, si guarda attraverso la lente degli stereotipi più diffusi sul Mezzogiorno, immagini “costruite” già durante l’Unità d’Italia e che ancora oggi si fatica a scalfire. Alla resistenza nel tempo di queste rappresentazioni della città, Antonio contrappone un’attenta analisi dei cambiamenti urbanistici e sociali che hanno investito i Quartieri spagnoli negli ultimi quarant’anni e, a questa ricostruzione, fanno da contrappunto le voci degli abitanti dei quartieri che raccontano la loro vita e la loro esperienza in una delle zone più affascinanti della città partenopea.
Dalle interviste, i cui brani sono ben intrecciati con la trattazione teorica, emerge una realtà eterogenea, formata da donne, uomini e famiglie, ma è soprattutto la scelta dei testimoni (Tarantina il “femminiello”, Tina la fruttivendola volontaria, Salvatore l’artigiano “artista” ecc.) a rivelarci un’umanità spesso celata dalle narrazioni stereotipizzanti sulla città di Napoli.
Ciò che emerge dal lavoro di Antonio Flauto è la necessità di criticare culturalmente lo stereotipo della napoletanità non tanto rifiutandolo tout court, ma attraversandolo seguendo percorsi poco praticati. Se la riflessione critica riesce a rendere lo stereotipo più sottile, più trasparente, sarà forse possibile vedere dei Quartieri spagnoli anche quegli aspetti che la napoletanità, riduttivamente cela; e cogliere le dinamiche di quei tratti culturali che la napoletanità irrigidisce in caratteristiche immutabili.
Dall’Introduzione alla tesi, di Antonio Flauto
Frequento i Quartieri spagnoli da cinque anni. Questo lavoro consiste nell’aver visto, ascoltato, capito e trascritto quanto volevo documentare. Le interviste sono cominciate il 20 novembre 2015 e si sono concluse il 7 ottobre 2016; ho analizzato tredici racconti di vita, dai quali è emersa la storia di questo pezzo di Napoli. […]
Gli uomini fanno la storia, e sono tutti a farla, tutti la scrivono senza distinzioni, ed è stata proprio questa convinzione a spingermi nei Quartieri. Qui mi son perso come condizione d’origine, come molte favole sui bambini che si perdono nel bosco e che imparano a trovare o a creare il proprio sentiero, cioè trovare un senso nella minacciosa confusione del luogo che li circonda. La foresta per me sono stati i Quartieri e i racconti delle persone che ho incontrato in questo “viaggio” sono stati il sentiero, le risposte alle mie due domande, la risposta al motivo che mi ha spinto a studiare Storia.
Questa tesi è divisa in tre parti, ognuna delle quali si rifà a un distinto metodo di indagine.
Nella prima parte, caratterizzata da un approccio storico e documentale, mi sono soffermato ad analizzare le peculiarità, le trasformazioni e gli effetti delle politiche urbanistiche destinate ai Quartieri spagnoli dopo il terremoto del 1980, con particolare attenzione al progetto Urban. […]
Nella seconda parte è stato affrontato lo stato dell’arte, ovvero la situazione degli studi sul tema in oggetto. Il ragionamento prende le mosse da una breve analisi sull’utilizzo delle fonti orali nello studio della storia. A tal proposito, devo aggiungere che l’utilizzo delle fonti orali è il segno distintivo del lavoro: è stata usata la “storia di vita”, ovvero gli intervistati hanno raccontato la loro vita privata e lavorativa nei Quartieri sotto forma dialogica. […]
Nella terza parte, invece, contrassegnata da un orientamento socio-antropologico, vengono ripresi i temi discussi nel primo capitolo – cioè i cambiamenti nei Quartieri dopo il terremoto e le costruzioni di particolari reti sociali – ma indagati attraverso lo strumento dell’intervista qualitativa.
Qui è scaricabile il terzo capitolo in pdf (1,1 Mb).