Scuola di storia orale dell’AISO
Torino, 5/7 novembre 2012
Archivio di Stato di Torino
Esercizi con la memoria: dalla ricerca alla conservazione, esperienze e buone pratiche in Italia e in Piemonte
5 novembre
Dopo i saluti di Gabriella Gribaudi (Presidente Aiso) e Maria Barbara Bertini (Direttrice Archivio di Stato di Torino) si aprono i lavori con una relazione di Giovanni Contini sulla sua esperienza di ricerca attraverso videointerviste e di conservazione di documenti sonori e audiovisivi presso la Soprintendenza archivistica della Toscana. In particolare presenta il portale http://www.archiviovideodistoriaorale.it/ per le interviste raccolte nel corso di una ricerca condotta dal Parco Museo dell’Amiata, dal Comune di Castell’azzara e dalla Soprintendenza Archivistica della Toscana: 45 videointerviste con minatori, tecnici, operai che hanno lavorato negli ultimi decenni di vita delle miniere del Morone e del Siele, entrambe miniere per l’estrazione del mercurio. Nel portale è possibile ascoltare la presentazione dello stesso Contini (http://www.archiviovideodistoriaorale.it/parcoamiata/indexa.php.
Interviene poi Adriana Dadà (università di Firenze) che fa conoscere il Museo archivio della memoria della Lunigiana: organizzato dall’amministrazione comunale di Bagnone (MS) per conservare e rendere visibile e fruibile il lavoro di ricerca svolto nell’area del Comune e della Lunigiana in generale sui temi sulla storia dell’ambiente, degli insediamenti e dello sviluppo della civiltà del territorio. Dalle decine di ore di videoregistrazione sono stati tratti video documentari che sono visibili sul sito del MAM (www.museoarchivodellamemoria.it). E proprio dal suo video Le “barsane” e altre storie della Lunigiana (DVD, Firenze, Morgana, 2012) è partita Adriana per raccontarci questa ricerca, sottolineando poi che ha avuto un approccio partecipato, cioè con un coinvolgimento diretto delle testimoni – in prevalenza donne – e della loro comunità: la ricerca congiunta di oggettistica, documenti fotografici e fonti orali, se in qualche caso ha creato problemi alla videoregistrazione, ha permesso in molti casi un’interazione costante fra le memorie individuali e quelle “corali” che ha arricchito non poco la ricerca. “Invece di mettere in scena le interviste in un ambiente controllato, abbiamo in genere preferito seguire le persone negli spazi pubblici e/o privati della loro vita quotidiana; anche se la videoregistrazione risentiva delle condizioni ambientali e non era “perfetta”, l’importante era il rapporto di fiducia che si creava fra la ricercatrice e chi era depositaria/o della memoria”.
È stato poi anticipato l’intervento di Sara Zanisi e Bianca Pastori (Associazione AVoce Etnografia e storia del lavoro, dell’impresa e del territorio) che hanno presentato la ricerca “Imprenditori agricoli in Lombardia. Saperi e pratiche delle relazioni del cibo nel Parco agricolo Sud Milano” realizzato insieme all’Aess-Archivio di etnografia e storia sociale della Regione Lombardia per il Reil-Registro delle eredità immateriali della Lombardia. Sara ha presentato le 15 videointerviste a imprenditori agricoli del Parco agricolo periurbano più grande d’Europa, parlando di obiettivi e metodologia: staff multidisciplinare, archivio dell’oralità con storie di vita e di lavoro degli agricoltori milanesi conservato in Regione Lombardia, campione piccolo ma rappresentativo perché diversificato per dimensioni dell’impresa, filiera produttiva, generazione. Dalle molte ore di interviste sono stati montati 15 videoritratti, pubblicati sul sito di AVoce (http://www.avoce.eu/avoce/progetti/imprenditori-della-citta-rurale-i-videoritratti-2/) e del Reil (http://www.aess.regione.lombardia.it/reil/). Bianca ha illustrato l’esperienza di descrizione e catalogazione delle videointerviste secondo gli standard dell’Aess: http://www.aess.regione.lombardia.it/joomla15/. Si proietta poi un video con una selezione delle interviste di AVoce.
Nel pomeriggio è intervenuto Alessandro Cattunar che ha parlato del progetto Strade della memoria – Archivio multimediale e museo diffuso della memoria di confine, ideato dall’Associazione Quarantasettezeroquattro: la raccolta, la conservazione e la divulgazione di fonti orali e fotografie relative alla storia dell’area di confine tra Italia e Slovenia nel corso del Novecento. Anche Alessandro, come Giovanni per il caso toscano, ha evidenziato l’obiettivo divulgativo del portale per la messa in rete e la condivisione dei materiali (interviste ma anche fotografie) raccolte nel corso della ricerca: sul portale “Strade della memoria” (http://www.stradedellamemoria.it) infatti è possibile consultare liberamente testimonianze e fotografie catalogate secondo gli standard internazionali proposti dall’ICCD (Istituto centrale per il catalogo e il documento) e dall’ICBSA (Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi). Il sito consente la fruizione interrelata dei diversi documenti. Il progetto è stato ideato e proposto dall’Associazione Quarantasettezeroquattro grazie ai finanziamenti dell’Unione europea, EACEA – Action 4, della Regione FVG, delle Province di Trieste e Gorizia e della Fondazione Carigo. Il progetto si articola in numerose azioni sul territorio come si può vedere in questa pagina: http://www.quarantasettezeroquattro.it/category/progetti-3/. Alessandro ha poi illustrato un video-blob che rappresenta un momento di restituzione delle numerose iniziative proposte nell’ampio progetto.
Prendono poi la parola Stefania Ficacci, Greca Campus e Maria Chiara Verrigni che presentano il progetto “Il coraggio dell’Europa”, promosso dal Municipio Roma III e finanziato dall’Azione 4 del Programma Europe for Citizen della Comunità Europea. Presentano poi l’omonimo documentario: attraverso videointerviste si ricostruisce la storia dell’impegno dei ferrovieri nelle attività di resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale con particolare attenzione a due “centri” geografici: il quartiere San Lorenzo a Roma e il 13˚ arrondissement di Parigi. Il documentario è pubblicato sul blog del progetto: http://ilcoraggiodelleuropa.wordpress.com/documentario/.
Sono poi intervenuti i rappresentanti dell’Istituto storico per la Resistenza di Torino presentando il progetto Archos, un sistema integrato di catalogazione, archiviazione e ricerca, che opera sulle differenti tipologie di documenti. http://metarchivi.istoreto.it/ e presentano alcuni progetti con videointerviste promossi da Istoreto: Una valle in guerra: foto di gruppo in Val Chisone http://www.istoreto.it/pubblicazioni/multimedia/valChisone.htm.
6 novembre
Il laboratorio della scuola Aiso si è aperta con l’intervento di Elisabetta Novello (Università di Padova, componente direttivo Aiso), che ha presentato un sorta di vademecum molto articolato sulle “pratiche” che dovrebbe svolgere lo storico orale. Prima, durante e dopo la realizzazione delle interviste.
L’esposizione ha quindi preso in esame questi aspetti, senza ovviamente trascurare l’analisi dei contesti in cui si andrà a operare, a ricercare, e quelli riguardanti la metodologia per la acquisizione della fonte orale, anche riguardo al “come” entrare educatamente in rapporto con le persone da intervistare, come presentarsi. Di particolare interesse per i partecipanti alla giornata è stata la metodica per la trascrizione delle interviste, con molti spunti interessanti ed esempi esplicativi che sono stati molto apprezzati.
È intervenuto poi Piero Cavallari (Istituto centrale beni sonori e audiovisivi (Icbsa) e membro del direttivo Aiso), sulla questione dei diritti, delle norme – etiche e giuridiche – da conoscere, anche per evitare spiacevoli inconvenienti nell’utilizzo delle fonti orali, il suo contributo si è concluso nella seconda giornata di corso. Ha dato informazioni sull’istituto in cui lavora, la ex Discoteca di Stato, che da sempre si è occupato di storia orale, accumulando un notevole fondo documentario: http://www.icbsa.it/. Nel 1986 la Discoteca di Stato organizzò un convegno dal titolo “L’intervista strumento di documentazione: giornalismo, antropologia, storia orale” che vide la partecipazione di studiosi di massimo livello nelle varie discipline quali: Diego Carpitella, Nuto Revelli, Danilo Dolci e altri. Gli atti di questo convegno sono reperibili in rete: http://www.archivi.beniculturali.it/DGA-free/Quaderni/Quaderno_53.pdf Nel 2009 l’Istituto ha riproposto la tematica organizzando il convegno “Intervista fonte di documentazione: storia orale, antropologia, giornalismo, sociologia” per continuare il discorso iniziato più di venti anni prima. Da questo evento è stata prodotta la pubblicazione: Vive voci, l‘intervista come fonte di documentazione, Donzelli Editore.
L’intervento di Micaela Procaccia (attuale dirigente della Soprintendenza Archivista Piemonte e Valle D’Aosta) ha affrontato un tema fondamentale per chi opera nella gestione e trattamento dei documenti di storia orale: la indicizzazione delle interviste. Programmi informatici molto complessi ma sempre più “amichevoli” permettono di tracciare semanticamente (utilizzando un thesaurus di parole chiave controllato) i contenuti delle interviste per permettere ricerche precise e veloci sugli argomenti. Micaela Procaccia ha conosciuto questa possibilità tecnologica soprattutto grazie all’opera della Shoah Foundation che ha realizzato anni fa più di cinquantamila interviste ai sopravvissuti della deportazione nei lager nazisti. Proprio per permettere una ricerca agevole dei contenuti, la SF ha realizzato un software apposito per “mappare” tutte le interviste utilizzando dei link semantici che ne avesse poi permesso una consultazione rapida, anche se massiva, associata agli argomenti richiesti. La stessa Micaela Procaccia ha fatto parte del gruppo italiano che si recò a Los Angeles per indicizzare le interviste riguardanti i sopravvissuti italiani, oggi consultabile attraverso il sito dell’Archivio Centrale dello Stato. Da questo importante nucleo ha preso forma il progetto “Ti racconto la storia” – (http://www.shoah.acs.beniculturali.it/), per il quale è stato sviluppato un programma di indicizzazione delle interviste tutto italiano, grazie anche al supporto tecnico scientifico della Normale di Pisa, ora a disposizione di chi vorrà implementare il “portale” appositamente istituito con i propri fondi di storia orale.
È stata poi la volta di Luciano D’Aleo (responsabile dell’area della tutela dell’Icbsa) che ha affrontato prevalentemente le problematiche inerenti la conservazione dei documenti sonori e audiovisivi, la loro peculiarità e molteplicità di supporti e formati che nel tempo hanno subito tanti cambiamenti. Quindi le indicazioni appropriate, standardizzate a livello internazionale, per conservare nel tempo i vari tipi di supporti – analogici o digitali che siano – e indirizzarli infine nei flussi di digitalizzazione dei loro contenuti. Le procedure di digitalizzazione sono considerate ormai stabilmente le migliori ipotesi di conservazione nel tempo della documentazione audiovisiva; ciò non significa ovviamente che gli originali non si continuino a conservare nei modi prescritti, soprattutto per ciò che riguarda il controllo della temperatura (circa 20° C) e umidità (circa 40 %) nei luoghi dove la collezione è collocata.
Diego Robotti (Soprintendenza Archivista Piemonte e Valle D’Aosta) ha introdotto Beatrice Verri con Enrica Caruso (Fondazione Nuto Revelli: http://www.nutorevelli.org/home.aspx) e Marcella Filippa (Fondazione Vera Nocentini: http://www.fondazioneveranocentini.it/ e Fondazione Ismel: http://www.ismel.it/) si apre una momento di confronto sulle realtà piemontesi, cercando di mettere a fuoco esperienze virtuose e criticità sia nella fase di raccolta delle interviste che nella fase di conservazione e descrizione.
7 novembre
Nell’ultima parte del laboratorio sono state affrontate le tematiche riguardanti la normativa in materia di trattamento di dati sensibili inerenti la vita privata delle persone, il diritto d’autore e altre istanze legislative interessanti l’utilizzo delle fonti orali e della documentazione audiovisiva in generale. Piero Cavallari ha illustrato una serie di provvedimenti legislativi che hanno comunque operato un certo riordino nella tutela dei “beni culturali audiovisivi”. Il 22 gennaio 2004 è emanato il “Codice dei beni culturali e del paesaggio” attraverso un decreto legislativo (n. 42) che oltre a definire chiaramente che i compiti riguardanti la tutela dei beni culturali sono di competenza della amministrazione centrale mentre altri, come la valorizzazione degli stessi, può interessare le amministrazioni locali e le Regioni prevalentemente, per la prima volta nell’elenco delle varie tipologie di beni culturali vengono menzionati gli audiovisivi: articolo 10, comma 4, punto E. Sempre nel 2004, il 15 aprile, viene varata la legge 106, recante le “Norme relative al deposito legale dei documenti di interesse culturale destinati all’uso pubblico”. Questo provvedimento, regolato con il DPR 252/2006, rappresenta un altro importante tassello nella politica culturale di tutela della documentazione sonora e audiovisiva nel nostro Paese. L’ultima “tessera” di questo mosaico si ha infine con l’istituzione dell’Istituto centrale beni sonori e audiovisivi (DPR 233/2007) che assorbe l’ex Discoteca di Stato. Dal DM 7 ottobre 2008 che regola l’attività del neo istituto:
art. 2
1) L’Icbsa svolge, con valenza sull’intero territorio nazionale, attività di documentazione, valorizzazione, restauro, conservazione, ricerca e consulenza sui documenti sonori e audiovisivi appartenenti allo Stato e ad altri Enti pubblici … nonché alle persone giuridiche private senza fine di lucro.
2) E’ destinatario del deposito legale …
Questo escursus legislativo ha molto a che fare con chi opera nell’ambito della storia orale, non essendo più possibile attualmente immaginare queste fonti in modalità diversa da quella sonora e audiovisiva, motivo per cui si è ritenuto utile portarlo a conoscenza dei partecipanti alle giornate del laboratorio torinese dell’Aiso.
Particolare complessità rivestono inoltre le norme relative all’utilizzo di fonti orali. Norme che hanno a che fare con la tutela del diritto d’autore (Legge 22 aprile 1941 n. 633) e con quella del trattamento dei dati sensibili della vita privata delle persone (Legge 31 dicembre 1996, n. 675).
Fondamentali per ogni possibile uso della fonte acquisita sono le liberatorie da parte degli intervistati. Su questo aspetto Cavallari ha consigliato (oltre o in vece di una dichiarazione scritta) la registrazione direttamente sul documento/intervista: una chiara dichiarazione dell’intervistato che liberi completamente o in parte l’utilizzo del suo racconto. Preceduta dalla informazione, da parte dell’intervistatore, dei motivi che hanno portato al progetto di ricerca, l’uso che se ne intende fare e, auspicabilmente, dove sarà depositata (possibilmente in un archivio accessibile).
Luciano D’Aleo ha concluso con una riflessione sugli aspetti tecnici professionali riguardanti la acquisizione/registrazione dell’intervista. Dopo aver illustrato e consigliato quali le metodologie che attualmente la tecnologia digitale, senza costi troppo gravosi, permette e come utilizzare questa nel modo migliore, ha illustrato ai partecipanti al corso – come esempio – “Audacity” – http://audacity.sourceforge.net/?lang=it – un programma di editing sonoro open source, che permette una gestione dei files sonori a un livello sempre più perfezionato e abbastanza semplice da usare.
In conclusione del laboratorio, i partecipanti hanno posto molte domande sugli aspetti specialistici affrontati durante la parte tecnico-professionale delle giornate torinesi, argomenti che – come anche altre volte – si sono rivelati di particolare interesse da chi prende parte agli appuntamenti che l’Aiso periodicamente propone.
Sara Zanisi & Piero Cavallari