Aula Magna G. Agnelli – Politecnico di Torino, C.so Duca degli Abruzzi 24
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Convegno di studi promosso dalla Fondazione Telecom Italia
in collaborazione con il Politecnico di Torino e con AIS-Associazione Italiana di Sociologia,
SISSCO-Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea e Cliomedia Officina.
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COMITATO SCIENTIFICO
Fabio Di Spirito – Segretario Generale Fondazione Telecom Italia
Luca De Biase – Caporedattore Nova-Il Sole 24ore
Tommaso Detti – Ordinario di storia contemporanea Università di Siena
Paolo Jedlovski – Ordinario sociologia generale Università della Calabria
Vittorio Marchis – Ordinario di storia delle Scienze e della Tecnica, Politecnico di Torino
Serge Noiret – History Information Specialist, European University Institute, Firenze
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I TEMI DEL CONVEGNO
Immaginiamo che nel 2060 qualcuno voglia conoscere qualcosa a proposito degli anni che stiamo ora vivendo.
Probabilmente disporrà di certe rappresentazioni sull’inizio del millennio: qualcosa si sarà depositato nella
memoria collettiva, vi saranno testimoni; qualcosa saprà grazie all’istruzione che avrà conseguito, qualcos’altro
dai media del suo tempo. Ma immaginiamo che sia uno studioso. Su quali fonti si potrà basare la sua ricerca?
Si tratta di un esercizio di immaginazione che riguarda da un lato il futuro e dall’altro il presente.
Per quanto riguarda il futuro, ciò che costituirà “fonte” per lo studioso dipende dalle domande che questi vorrà
farsi (le fonti sono tali in relazione a un interesse di ricerca) come anche dalla situazione sociale complessiva
in cui si troverà a vivere (regimi totalitari e democrazie, per esempio, invitano a rapporti molto diversi con il
passato). Ipotizzando che la situazione complessiva e gli interessi di studio non siano troppo diversi da quelli
di oggi, il nostro studioso/a potrà studiare documenti ufficiali, reperti industriali, forme degli edifici, materiali
e fonti di energia che oggi utilizziamo; potrà analizzare oggetti d’uso domestico, imballaggi e rifiuti; forse avrà
a che fare con le nostre scorie; potrà leggere i testi che pubblichiamo o visionare i nostri telegiornali, vedere
i nostri film, ritrovare i nostri giocattoli… Se vorrà investigare le nostre esperienze, potrà forse ritrovare mail e
blog, o diari sparsi tra i file conservati in qualche obsoleta pen drive…
Noi, a proposito di chi è vissuto cinquant’anni fa, disponiamo di una grande quantità di documenti cartacei, da
quelli privati (lettere, diari personali, etc) a quelli pubblici (circolari, giornali, pubblicazioni destinate ad ambiti
diversi etc). Oggi quei documenti sono spesso sostituiti dalla comunicazione in rete, giacché un’ampia parte
delle attività quotidiane (transazioni economiche, lavoro, intrattenimento, comunicazione interpersonale,
comunicazioni professionali, pubblicazioni scientifiche, confronto e dibattito politico, attività di ricerca etc.)
passa attraverso apparati informatici e telematici con l’uso di programmi rapidamente obsoleti. La nostra è
in misura crescente una società in rete.
A questo materiale nato in formato digitale si aggiunge un numero crescente di testi e di documenti analogici
(cartacei, immagini fisse e in movimento, libri, film) prodotti e conservati da istituzioni pubbliche e private
(archivi e biblioteche) che vengono digitalizzati in modo retrospettivo (meta-fonti) e messi in rete. Un “passato
digitalizzato”, di apparente facile accesso, quali inediti problemi pone e potrà porre agli storici di professione
e agli altri scienziati sociali? Quale passato stiamo consegnando al nostro futuro? E qual è -e sarà- l’impatto
della rete e dei new media del digitale sulla costruzione di discorsi storici pubblici? Con quali implicazioni per
il senso comune storico e nei processi di costruzione di memorie condivise?
Infine, un’immensa mole di altri dati e di tracce si depositano dentro e fra i nostri computer. Cosa rimarrà di tutto
questo? Grazie a quali attori o istituzioni sarà reperibile? Con quali criteri si potrà operare una selezione?
Le riflessioni che questo convegno intende attivare riguardano sia ciò che intendiamo lasciare ai posteri in
quanto “memorabile” sia ciò che lasciamo loro inconsapevolmente. Riguardano dunque i nostri atteggiamenti
verso la memoria e verso il futuro, le nostre pratiche di archiviazione dei dati, la fiducia che riponiamo nel
futuro e le forme in cui lo immaginiamo (o rifiutiamo di immaginarlo). Ragionare attorno a ciò che potrà
costituire una fonte per la ricerca storico-sociale fra cinquant’anni spinge a interrogarci in modi non ovvi
sulla nostra forma di vita, sulle tendenze di fondo dei mutamenti in cui siamo coinvolti, ma anche sulle
pratiche e sulle metodologie applicate oggi nel mondo dell’innovazione e dell’economia oltre che nella ricerca
scientifica nel campo delle scienze sociali.
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E-mail: convegno-fondazione-telecomitalia@segreteriaeventi.com
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