La testimonianza che segue è stata pubblicata il 25 febbraio 2022 da republic.ru, una delle poche testate indipendenti del vivacissimo giornalismo digitale russo, nel frattempo quasi tutte soppresse. Come avviene da molti anni, il testo era preceduto dalla formula richiesta dalla legislazione russa, ovvero che “la presente comunicazione (materiale) è stata creata e/o diffusa da un mezzo di informazione di massa che svolge la funzione di agente straniero”.
Si tratta della trascrizione di una serie di messaggi vocali inviati “dallo scantinato”. Bisogna tenere presente che lo scantinato, cantina o seminterrato – in russo podvàl – divenne luogo simbolo già nel 2014. Era il luogo in cui la popolazione si rifugiava durante i bombardamenti dell’esercito ucraino che cercava di riconquistare le regioni di Doneck e Lugansk, ma anche lo spazio in cui i miliziani guidati da un ufficiale russo imprigionavano chi, tra gli abitanti locali, si opponeva alla secessione (“è sparito nel podvàl”). Oggi è il teatro abituale della sopravvivenza di chi resiste all’avanzata militare russa in molte città ucraine.
Rilevante è anche la città da cui proviene. Charkiv – Char’kov in russo – è la più grande città dell’Ucraina orientale, a poca distanza dal confine con la Federazione russa. È uno dei luoghi che più si prestano ad avvalorare la tesi semplicistica e fuorviante di un’Ucraina divisa tra russofoni, quindi filoputiniani, e ucrainofoni, quindi fedeli al governo di Kiev. In realtà già nel 2014, a differenza che a Doneck e Lugansk, in questa regione importante il progetto di far nascere una repubblica indipendente fallì, e non per caso.
Come tutte le fonti orali, questo racconto presenta uno spicchio di realtà in un caleidoscopio di atteggiamenti di cui è fondamentale comprendere la complessità. Tuttavia la descrizione del sentimento di appartenenza collettiva che sembra emergere da questi messaggi frammentari – “penso che questa situazione abbia unito il paese anche più di prima” – pone almeno una domanda: se non sia in fondo la reazione alla prepotenza a stimolare l’immedesimazione in una comunità, trascendendo quella distinzione tra “nazione etno–linguistica” e “nazione civica” che gli studi sul nazionalismo spesso propongono in modo un po’ troppo schematico.
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Un residente di Charkiv, Viktor V. di 50 anni (ha chiesto di non rivelare il suo nome completo), ha registrato diversi messaggi vocali per Republic.ru raccontando quello che sta succedendo ai residenti della città negli ultimi giorni. La corrispondente Maria Litvinova li ha trascritti. Niccolò Pianciola li ha tradotti dal russo in italiano.
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Charkiv, Ucraina, sera del 25 febbraio 2022.
Sono nel seminterrato, quindi potrebbe essere difficile sentire. E internet è debole, quindi posterò un po’ alla volta.
La mattina del 24 febbraio, ho dormito, non ho sentito chiamate o cannonate, ho messo i telefoni in modalità silenziosa dalla sera. Mi sono svegliato alla mia solita ora, per andare al lavoro, e ho visto un mucchio di chiamate senza risposta.
Naturalmente, la prima reazione è stata il panico. Abbiamo fatto rapidamente le valigie e telefonato alla famiglia.
Per un po’ a casa non sapevamo cosa fare. Abbiamo iniziato a cercare informazioni attendibili sui canali Telegram. Quando ci hanno chiesto di metterci al riparo, insieme a un anziano vicino siamo scesi nel seminterrato della nostra casa, un normale edificio di nove piani nel quartiere residenziale di Saltovka. I servizi pubblici avevano immediatamente aperto gli scantinati in modo che i civili potessero nascondersi.
Siamo rimasti seduti lì per un po’ e abbiamo deciso di tornare a casa: faceva freddo, stavamo congelando. E la cantina era sporca.
Poi siamo andati in esplorazione – e abbiamo trovato una cantina in un’altra casa, abbastanza alta, calda, si poteva stare in piedi e camminare.
Di tanto in tanto ci sono annunci su possibili bombardamenti. I miei genitori si rifugiano nella metropolitana, anche se mia madre cammina a malapena e non voleva andarci. I negozi sono quasi tutti chiusi.
L’amministrazione comunale sta cercando di garantire le consegne di cibo e le operazioni dei supermercati, ma lavorano solo poche ore al giorno, non ci sono abbastanza cassieri, le code sono lunghe e tutto viene preso velocemente, ma è ancora possibile acquistare il cibo.
Una granata ha appena colpito il centro di trasfusione del sangue, le finestre sono state rotte e ci sono feriti.
Le granate hanno colpito edifici residenziali, non sono ancora state segnalate vittime.
È praticamente impossibile lasciare Charkiv. Ho trovato un canale che coordina la rimozione di donne e bambini dalla città. E non è chiaro dove andare, perché praticamente tutto il paese è sotto tiro.
Non perdiamo la speranza, cerchiamo di seguire tutte le istruzioni, di credere solo a fonti di informazione verificate. Stiamo cercando di sopprimere le voci.
Non ho mai visto una tale unità tra le persone. La maggior parte è allegra e si aiuta a vicenda. Penso che questa situazione abbia unito il paese ancora più di prima. Non ho visto nessuno imprecare, non ci sono saccheggiatori a Charkiv. Proprio oggi ho saputo che una bancarella di sigarette è stata derubata, ma la notizia è stata subito resa pubblica e tutti l’hanno condannata.
Di tanto in tanto si sentono degli spari. Abbiamo paura, naturalmente. Proprio adesso annunciano che i bombardieri stanno arrivando verso la città, tutti dovrebbero mettersi al riparo. Ma non si capisce se sia vero.
Ma proprio ora… forse potete sentire il cannoneggiamento adesso [nel messaggio vocale ci sono davvero dei rumori di scoppi. – NdR].
Naturalmente, non vuoi stare così, seduto a non far niente. Vuoi fare qualcosa per il tuo paese. Ma quando non si sa esattamente cosa fare, forse è meglio non stare tra i piedi.
Abbiamo fiducia nel nostro esercito, crediamo che durante otto anni di conflitto nel Donbass si sia indurito, abbia acquisito esperienza, e crediamo di vincere. E soprattutto, Putin ha promesso nel suo discorso che gli attacchi saranno effettuati solo contro obiettivi militari – ma, come nel Donbass, i proiettili non scelgono dove volare. Nelle città del paese, i missili hanno colpito anche aree civili, asili e ospedali sono stati distrutti, e le granate sono cadute anche sulle strade.
Solo a Charkiv sono cadute due o tre granate, ma fortunatamente non sono esplose.
La stragrande maggioranza di coloro che conosco ha guardato a ciò che la Russia sta facendo in tutti questi anni, naturalmente in modo negativo. Anche quelli che sostenevano la Russia, e ce ne sono abbastanza a Charkiv, avevano paura che iniziasse la stessa cosa del Donbass. Dopo tutto, combattere significa vittime civili.
Nessuno voleva la guerra. Ma negli ultimi giorni prima dell’attacco, tutti erano nervosi, preoccupati, guardavano i telegiornali – tutto il tempo ho visto persone nella metropolitana che li leggevano sui loro telefoni.
Una mia cara vecchia amica, che era sempre stata simpatizzante della Russia e aveva posizioni filorussa e diceva che “non è tutto così chiaro”, è diventato una patriota dell’Ucraina negli ultimi anni. Un giorno stava guardando il telegiornale russo e ha visto come voi presentate ciò che sta accadendo in Ucraina, a Charkiv, ed era inorridita.
Ha detto di averlo guardato per 40 minuti e di aver sentito che avrebbe dovuto “salvarsi al più presto da giovinastri nazisti”.
In realtà non c’era niente del genere qui. L’ucrainizzazione è andata avanti nel nostro paese in tutti questi anni in maniera molto soft. Le leggi sull’ucrainizzazione sono state approvate, ma di fatto nessuno le ha attuate. Anche se molte persone che prima non lo facevano hanno iniziato a parlare in ucraino.
Non ci sono elementi fascisti nel governo. Ci sono, naturalmente, alcune frange inadeguate e radicali, come ovunque. Ma mi sembra che tutti questi elementi, al contrario, facciano il gioco della vostra propaganda. E tutti quelli che conosco, nonostante la paura, nonostante lo stress, sono pronti a difendere il proprio paese armi in mano.
Nonostante io sia una persona pacifica, ho iniziato a provare odio – non specificamente verso di voi o verso qualsiasi popolo, ma verso il vostro paese. Ho smesso di leggere le vostre notizie e di ascoltare la vostra musica da diversi anni. Da tanto non so cosa si ascolti, lì da voi. Ho anche smesso di ascoltare la mia Zemfira, che amavo molto. Capisco che questo possa essere eccessivo, ma è così che la mia visione è cambiata, non grazie a qualche propaganda, ma semplicemente in base a fatti evidenti.
Guardavo le vostre interviste, leggevo i vostri giornalisti dell’opposizione. Mi piaceva quella vostra giornalista rossa di capelli, simpatica, Irina Šichman.
Ma è passato del tempo e ho capito che pure lei è vittima della propaganda, e ho smesso di seguirla. Così ho smesso di seguire le notizie [provenienti dalla Russia]. Ho proibito ai miei amici di mandarmi delle clip. È uscito un bel video di Kirkorov e me l’hanno mandato. Ma non mi interessa più. Mi sono allontanato da quel paradigma, vivo in un paese diverso, abbiamo idoli diversi. Le nostre notizie sono diverse, abbiamo libertà, nessuno ha paura delle critiche. Qui puoi fare battute su chiunque tu voglia.
La Russia ci ha attaccato, ci ha portato via un pezzo di terra – la Crimea. Ha portato via un pezzo di terra nel Donbass e continua a destabilizzare la situazione inviando armi, truppe, aiuti e così via. E perché dovremmo amare la Russia?
Anche i miei conoscenti, che prima dicevano che noi e i russi eravamo fratelli, sono diventati molto negativi nei confronti della Russia.
I miei conoscenti non fanno caso alla lingua che parlano. Ognuno sceglie da solo quale lingua parlare. Questo nuovo anno sono andato nell’Ucraina occidentale – e lì metà di Lviv parla russo. I venditori nei negozi, quando si rivolgono a loro in russo, passano dall’ucraino al russo e servono i clienti. Quindi quello che la vostra propaganda sta inventando è completamente falso.
Il giorno prima dell’invasione, ho fatto una passeggiata per Charkiv: la situazione era calma, i trasporti, l’assistenza sanitaria, la gente lavorava. Ma era ovvio che la città si stava preparando per qualcosa.
Putin dovrebbe essere lodato per aver riunito il nostro paese nel corso degli anni, elevando lo spirito patriottico. Ho letto che le organizzazioni che stanno raccogliendo aiuti finanziari per l’esercito hanno raccolto più in un giorno che in tutto l’anno.
Io stesso sono sempre stato apolitico, credendo che non tutto è inequivocabile, ci sono farabutti e persone normali da entrambe le parti. Ma negli ultimi due anni sono diventato una persona più politicizzata. Cerco di parlare ucraino nella vita quotidiana, anche se non sempre ci riesco. Mi piace l’ucraino, non vedo alcun problema.
Facciamo quello che vogliamo, abbiamo la libertà. A differenza che da voi, qui nessuno viene incarcerato per aver ripostato, nessuno viene perseguitato per aver criticato il governo. Qui si può prendere in giro Zelenskij, qualsiasi deputato. È chiaro, ogni tanto succede che qualcuno la faccia pagare a un giornalista scomodo, ma comunque ognuno dice quello che vuole e critica chi vuole. Non ho mai sentito parlare di punizioni contro le persone che criticano e si oppongono alle autorità.
Ma è anche vero che molti politici, nonostante le critiche, continuano a fare i loro sporchi affari.
Noi abbiamo paura che ci mandino gli uomini di Kadyrov, ma ai nostri soldati non fanno paura. Ho letto che i combattenti di Kadyrov vengono uccisi dal fuoco dell’esercito ucraino come tutti gli altri.
Adesso però metto il telefono in modalità aereo, per risparmiare la batteria.