Tra la fine del ‘900 e i primi anni duemila il panorama culturale e storiografico italiano sono stati animati dall’opera di Luigi “Gigi” Falossi (1937-2012), modello di figura umana scaturita dal 1969 capace di coniugare la dimensione operaia del lavoro con l’elevazione politica e intellettuale data dall’impegno e dallo studio autodidattico fino a fondare una tradizione di metodo e di approccio ancora attiva e riconoscibile in Toscana nella sedimentazione sul territorio di un sapere e di una consuetudine di frequentazione interdisciplinare tra studiosi e ricercatori e tra loro e i soggetti sociali e istituzionali, in particolare sindacali.
Nato nel 1937 a Barberino Val d’Elsa in una famiglia contadina, Falossi è stato un operaio metalmeccanico della Stice Zanussi di Firenze e delegato sindacale fra gli anni ‘60 e ‘70 per poi diventare sindacalista FLM e FIOM. Raggiunta la pensione Falossi mutò il suo impegno in quello per l’approfondimento e il rinnovamento della storia del lavoro e del movimento operaio, fondando e animando l’Associazione Biondi Bartolini (ABB), in onore di due grandi sindacalisti toscani, attiva dal 2000 al 2010 e con sede nella Camera del lavoro di Firenze, dove ne è custodito l’archivio.
L’opera di Falossi ha promosso una storia del lavoro non solo accademica, che proprio nel dialogo fra studiosi universitari, ricercatori in formazione e mondo del lavoro trovava la sua originalità sottolineando l’autonomia culturale della memoria operaia, innescando dibattito e analisi scientifica, cercando di coinvolgere i più giovani e di mobilitare, con la necessaria tensione culturale e morale, gli sforzi degli studiosi e la memoria dei protagonisti e tessendo rapporti stretti con importanti enti culturali ed esponenti della ricerca storica.
Al momento della sua scomparsa la Società Italiana di Storia del Lavoro lo ha ricordato come «un pezzo di storia vivente che se ne va, una straordinaria generazione di operai autodidatti, pieni di curiosità intellettuali e di speranza, senza perdere il senso della realtà e della misura, aperti sempre alla discussione e al nuovo, mai rivolti con la testa indietro, eppure non dimentichi della centralità delle radici storiche del lavoro».
La FVL opera nel solco e a partire dall’eredità di Falossi, e per questo intende promuovere un convegno che ne ricordi la figura e l’opera e ne rilanci il lavoro, sotto la supervisione del suo Comitato scientifico.
Il convegno si terrà presso la Camera del lavoro di Firenze il 18 ottobre 2022 e si articolerà su 2 sessioni
Sessione mattutina, con interventi tematici
Introduce Pietro Causarano (Università di Firenze), Gigi e l’esperienza di ABB e del seminario e.labora (2000-2013)
Paola Galgani (segretaria CdLM CGIL Firenze), Il sindacato, la memoria, la ricerca
Giovanni Contini (presidente ISRPt Pistoia), Gli operai e la storia orale
Paolo Giovannini (già Università di Firenze), Il territorio del lavoro
Barbara Curli (Università di Torino), Le donne e il lavoro
Fabrizio Loreto (Università di Torino), Autonomia, democrazia e unità: i nodi della rappresentanza sindacale
Franco Carnevale (storico della medicina), La salute, l’ambiente, la prevenzione
Sessione pomeridiana: discussione generale a partire dalla tavola rotonda introdotta da Stefano Bartolini (direttore Fondazione Valore Lavoro) e Stefano Gallo (ISMED CNR e direttore Biblioteca F.Serantini-ISTORECO Pisa), Realizzare l’idea di Gigi: una fondazione toscana di studi sulla storia del lavoro
Intervengono:
Alessandra Pescarolo (storica sociale, già IRPET)
Gian Primo Cella (sociologo, già Università di Milano)
Dalida Angelini (segretaria CGIL Toscana)
Monica Pacini (Università di Firenze)