L’Istituto per la storia della Resistenza di Treviso (Istresco) e gli Istituti per la storia del Risorgimento del Veneto intendono partecipare alle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia con un convegno di studi dal titolo Soggettività popolare e Unità d’Italia (viste da Nord-Est), che sarà realizzato a Treviso nella primavera del 2011 con il contributo dell’Amministrazione provinciale.
Siamo partiti da una constatazione: le manifestazioni indette per gli anniversari del 1911 e del 1961 proposero l’idea dell’Italia Unita propria delle classi dirigenti. I ceti popolari non furono sostanzialmente presi in considerazione, se non come oggetto da plasmare e formare; il loro punto di vista fu rimosso ed esorcizzato. Sotto questo profilo, stando ai documenti preparatori finora disponibili, non sembra che le celebrazioni del 2011 segnino un’inversione di tendenza.
Anche la nuova storiografia sul Risorgimento finisce per accreditare questa rappresentazione, facendo della soggettività popolare un mero riflesso di idee, immagini e testi prodotti dagli intellettuali, disancorandoli dai rapporti sociali in cui essi furono prodotti, e soprattutto non considerando neppure la possibilità di agire e di pensare in proprio da parte di coloro che non appartenevano ai ceti colti.
A noi piacerebbe che il nostro convegno accettasse questa sfida: mettere le classi popolari al centro dell’analisi, indagare il loro modo di rapportarsi allo stato nazionale, ai ceti dirigenti e alle trasformazioni della società nel corso della storia d’Italia, prendendo in considerazione solo quegli intellettuali che si siano mossi come espressione di istanze popolari o che abbiano prodotto tentativi di risposta a pulsioni e umori diffusi.
Lanciamo, quindi, una richiesta di contributi per il Convegno del 2011 su Soggettività popolare e Unità d’Italia (viste da Nord-Est) che mira a individuare – attraverso delle ricerche circostanziate – alcuni momenti in cui il tema del rapporto irrisolto tra classi popolari e stato nazionale è emerso, o è esploso, sotto le bandiere politiche più diverse, o sotto nessuna bandiera.
Riteniamo che esso sia un tratto di lunga durata, che si è manifestato macroscopicamente durante tutte le fasi di crisi e trasformazione dello stato: dal Risorgimento al primo dopoguerra, dalla Resistenza alla crisi della “prima Repubblica”. Ma ne troviamo alcune tracce anche in fenomeni di carattere sociale che si sono svolti al di fuori di qualsiasi rivendicazione immediatamente politica: l’emigrazione tra Otto e Novecento, l’atteggiamento durante le due guerre mondiali, le modalità del passaggio dalla società contadina a quella industriale, l’urbanizzazione spontanea e diffusa sul territorio, fino al rapporto attuale con l’immigrazione. Tutti momenti in cui si è realizzata una presa di parola – spesso dissonante rispetto ai codici culturali e politici dominanti – da parte di ampie fasce sociali sino ad allora considerate passive od opache.
Ci proponiamo attraverso questo convegno di verificare, caso per caso, quali forme questa soggettività popolare abbia assunto, quali soggetti se ne siano fatti interpreti, in che modo essa sia stata quasi sempre imbrigliata, governata, messa a profitto per periodi anche lunghi e con finalità talvolta opposte. A titolo di esempio, rientrano in questa prospettiva questioni come:
- episodi del Risorgimento, dall’insurrezione nota come “pasque veronesi” alla rivoluzione del 1848-49 (a Venezia, nell’entroterra, nelle montagne, e nei rapporti reciproci tra queste aree) fino alle fallite insurrezioni mazziniane del 1864 in Veneto e Friuli;
- lo stato unitario: le reazioni alla leva militare; la crisi della società contadina e l’emigrazione; la risposta delle classi dirigenti, quella dei cattolici e quella dei socialisti;
- il primo dopoguerra: il ritorno dei profughi; le terre liberate; i movimenti autonomisti; i nuovi leader popolari;
- la guerra e la Resistenza: l’atteggiamento popolare di fronte alla guerra, al fronte e in casa; zone libere e repubbliche partigiane; Resistenza e popolazioni civili; le rese dei conti;
- la Repubblica: “Tutti proprietari”: il lavoro e la piccola impresa, ovvero il passaggio dall’agricoltura all’industria; “Padroni a casa nostra”, ovvero la casa e il territorio; il sistema di governo e di mediazione centro-periferia della DC (Bisaglia e il vagheggiato “modello bavarese”); il crollo della Dc e il decollo della Lega; la ricezione dell’immigrazione e le problematiche vecchie/nuove che essa pone.
Riteniamo che questo tema della “soggettività popolare” in relazione all’Unità d’Italia si veda molto bene guardandolo da Nord-Est, o da Treviso, cioè da dove noi operiamo, e che sia leggibile in diversi momenti di storia locale e regionale, fino alla recente esplosione del “leghismo”. Ma non pensiamo affatto che sia un’esclusiva veneta. Ci piacerebbe infatti aprire delle finestre su altre realtà in cui, con forme e linguaggi non molto diversi, umori e istanze analoghe siano emerse in corrispondenza di alcune faglie della storia politica, trovando magari altri canali di espressione e di soluzione. Pensiamo, a titolo di esempio:
- all’esperienza e alla memoria del brigantaggio meridionale (ovvero ai riusi di quella storia come mito popolare, spontaneo e organizzato);
- alle esperienze di resistenza popolare alla guerra in varie parti del paese, soprattutto durante la seconda guerra mondiale dopo l’8 settembre;
- alla via emiliana di costruzione (e attuale destrutturazione?) della “soggettività popolare” nelle aree a subcultura comunista;
- alla criminalità organizzata (mafia, camorra, ‘ndrangheta) come forma di adattamento e risposta allo stato unitario: espressione o repressione della “soggettività popolare”?
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La scadenza per la presentazione delle domande è il 28 febbraio 2010. Le proposte di relazioni dovranno essere fatte pervenire a storia@istresco.org, complete di un breve cv (max una cartella) dei proponenti, di un titolo e di un sommario (max una cartella) dei temi trattati, con indicazione delle eventuali fonti utilizzate. Nell’oggetto del mail andrà specificato: “Convegno Soggettività e Unità”.
Le propose saranno selezionate entro il 15 aprile 2010 da una commissione scelta all’interno dei Comitati scientifici degli Istituti promotori.
Ai partecipanti sarà garantita l’ospitalità e, nei limiti delle possibilità, saranno rimborsate le spese di viaggio.