La giuria incaricata dalla Giunta esecutiva dell’AISO di valutare i testi presentati per il premio ricerche inedite di storia orale concluse tra il 2020 e il 2023 – composta da Bruno Bonomo, Jessica Matteo e Gloria Nemec – è lieta di comunicare che il premio è stato assegnato alla tesi di laurea magistrale di Zoe Daria Battagliarin, A ognuna la sua stagione. Il lavoro delle donne negli alberghi a gestione familiare del riminese dagli anni Ottanta a oggi. La tesi è stata discussa presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia a marzo 2023, con relatrice la prof.ssa Gilda Zazzara.
Come previsto dal bando, la tesi verrà pubblicata in forma di monografia all’interno della collana Storia orale di editpress.
Di seguito la motivazione per l’assegnazione del premio.
La tesi di Zoe Daria Battagliarin è dedicata alla storia del lavoro femminile negli alberghi a gestione familiare del riminese lungo un arco cronologico che si estende dagli anni Ottanta del Novecento agli anni Dieci del Duemila.
Le piccole pensioni che si reggono sulla combinazione tra lavoro familiare e occupazione precaria di una manodopera stagionale in larga prevalenza femminile costituiscono un tassello essenziale nello sviluppo dell’economia turistica della riviera romagnola dal secondo dopoguerra a oggi, ma sono state finora poco studiate dalla storiografia sociale. La tesi di Battagliarin, frutto di una ricerca originale e approfondita, apporta un contributo innovativo rispetto allo stato dell’arte.
L’uso estensivo delle fonti orali – 33 interviste realizzate con imprenditrici del settore alberghiero e lavoratrici dipendenti, ma anche sindacalisti, attivisti impegnati in campagne per la tutela dei diritti delle lavoratrici, operatori sanitari – e il pregevole lavoro analitico condotto su di esse consentono all’autrice di delineare un quadro ricco e articolato del lavoro delle donne in questo settore, mettendone in risalto i caratteri, le dinamiche e la considerazione sociale in una prospettiva di genere.
Le narrazioni raccolte illuminano il retroterra sociale e i percorsi biografico-professionali delle famiglie che gestiscono gli alberghi e delle lavoratrici che vi trovano impiego durante l’estate. Emerge la tensione delle prime verso un benessere da conquistare e poi mantenere attraverso strumenti tradizionali come l’identificazione tra famiglia e azienda, l’orgoglio del sacrificio, la rinuncia alla privacy imposta dalla convivenza con gli ospiti (difficilmente sostenibile per le generazioni successive alle prime), una divisione delle mansioni e dei ruoli generazionali e di genere mutuata da quella della famiglia mezzadrile, il tutto trapiantato sul più redditizio terreno dell’imprenditoria ricettiva.
Alle dinamiche di sviluppo, trasformazione e crisi delle micro-imprese alberghiere fa da specchio il lavoro di una manodopera femminile la cui composizione sociale e le cui motivazioni cambiano nel corso del tempo: dalle contadine romagnole che ambiscono a comprarsi la bicicletta alle donne del Mezzogiorno e poi dell’Europa orientale che cercano impiego in riviera per sostenere la famiglia, fino alle studentesse che lavorano per mantenersi durante l’università. Lo sguardo dal basso attraverso le fonti orali restituisce efficacemente il vissuto di un lavoro che mescola aspetti gratificanti e usuranti. Un lavoro basato sulla condivisione di attività, momenti e spazi con le albergatrici, il rapporto con le quali si fa progressivamente più complesso e difficile. Un lavoro fatto di ritmi intensi, orari prolungati e assenza di riposo, di fatica fisica e stress mentale, di privazione o forte compressione del tempo libero e degli stessi spazi di autonomia e libertà personale.
Dalla memoria delle lavoratrici traspaiono tematiche di lungo periodo relative alla storia del lavoro femminile: l’irrilevanza percepita di esperienze che non appaiono meritevoli di essere studiate, la valorizzazione della propria determinazione e tenacia, l’uso dell’impiego conformemente ai cicli di vita personali e familiari, che può anche rendere accettabili le irregolarità e le incongruenze a livello contrattuale e retributivo, gli infortuni sul lavoro e gli effetti nocivi che questo produce sulla salute fisica e psicologica.
Temi, questi ultimi, che sono al centro delle narrazioni dei sindacalisti e degli attivisti intervistati, che da un lato evidenziano le difficoltà di un sindacalismo tarato sulla realtà del lavoro operaio di fabbrica nello stabilire legami stabili con soggetti portatori di esperienze e culture del lavoro così diverse, dall’altro testimoniano come una pluralità di attori si mobilitino in varie forme per difendere i diritti delle lavoratrici del settore alberghiero e denunciare lo sfruttamento cui sono sottoposte.