Il progetto Strade del ricordo parte da una necessità: quella di colmare, in un’area ricca di storia come la zona di confine tra Italia e Slovenia, l’assenza di un progetto complessivo finalizzato allo studio e alla divulgazione creativa delle molteplici memorie relative al suo passato. Un progetto di comunicazione di respiro internazionale, un punto di partenza per la valorizzazione della ricchezza storica del territorio che faccia risaltare la complessità degli eventi che lo hanno caratterizzato nel corso del Novecento. Si intende prendere come punto di partenza il periodo a cavallo della creazione del confine italo-jugoslavo, una frontiera che ha segnato profondamente l’area, riconfigurandone gli equilibri etnici, politici, culturali, geografici e urbanistici, ma soprattutto che ha lasciato profondi segni nei ricordi delle popolazioni. A partire da quella data, indietro ed avanti nel tempo, si potranno rintracciare antecedenti e conseguenze storiche della creazione di un confine di cui si discute molto, ma le cui origini e vicende spesso non vengono raccontate né messe in discussione dalle nuove generazioni. L’assenza di una riflessione scientifica globale su queste problematiche provoca, non di rado, la creazione di stereotipi e la scarsa consapevolezza negli abitanti di far parte di una comunità che ha un complesso passato da narrare e da trasmettere. Le memorie sul confine saranno un punto di partenza per la creazione di un programma di attività ampio e articolato, che si stacchi dagli ambiti strettamente accademici per coinvolgere attivamente la popolazione sul territorio italiano e sloveno, offrendo percorsi didattici, museali e di ricerca.
Strade del ricordo è un progetto quadro all’interno del quale realizzare una rete di iniziative correlate e coordinate che, sviluppandosi attorno ad un obiettivo comune, si avvalgono delle competenze e della creatività di esperti (soprattutto giovani) afferenti a diverse discipline. L’intento principale è quello di coordinare le numerose ricerche che affrontano il problema delle memorie relative a quest’area, col fine di creare nuovi luoghi e momenti di divulgazione critica e partecipata. Iniziative tese ad un confronto e dialogo tra diverse generazioni ma, soprattutto, tra diversi punti di vista, al fine di contribuire a creare un processo di dialogo e di riconoscimento reciproco. Ragionare sulla rielaborazione delle memorie – siano esse individuali, collettive o pubbliche – in un’area di frontiera, segnata per lungo tempo da contrapposizioni etniche, politiche ed ideologiche, necessita innanzitutto di un lavoro basato su una ricerca storiografica approfondita e della sinergia di diversi approcci e metodologie scientifiche. Riflettere sulla memoria inoltre vuol dire prendere in considerazione una serie di problemi che non sono unicamente storiografici, ma anche sociologici, culturali, geografici, urbanistici e psicologici. Infine, il progetto intende ideare nuove forme di divulgazione, studiando strategie comunicative adatte alla complessità degli argomenti trattati, ma che risultino anche accattivanti e stimolanti per un pubblico ampio e variegato.
Gli ambiti di interesse della ricerca spaziano dunque dallo studio della società a quello dei luoghi e degli spazi urbani. Le fonti di questo lavoro saranno plurime e caratterizzate dalla ricerca di integrazione delle informazioni tra archivi pubblici e memorie private.
Il rischio, in una società come quella contemporanea in cui i media si configurano spesso come l’unica finestra aperta sul mondo e sul passato, è sempre più quello di perdere la trasmissione umana della memoria tra le generazioni, a favore di un’accettazione passiva degli eventi, in linea con la memoria pubblica ufficiale. I progetti qui proposti, invece, intendono mettere i media al centro di un itinerario coerente in cui far interagire i luoghi della memoria pubblica con quelli dei ricordi privati, i simboli delle identità nazionali con le narrazioni degli individui da cui traspaiono appartenenze complesse. Uno degli scopi principali del progetto, infatti, è quello di promuovere una cittadinanza critica e attiva, creando una percezione di sé e degli altri che sia fondata sui legami storici e identitari con il territorio.
Inoltre, prevedendo una progettualità di ampio respiro e lunga durata, si ipotizza di allargare le iniziative innanzitutto al territorio sloveno ma anche, in tappe successive, al territorio della provincia di Trieste.
La rete di collaboratori
Le iniziative che rientrano nel progetto quadro andranno a creare una vera e propria rete, un network che prevede la collaborazione di molteplici istituzioni, professionisti e studiosi di diversa provenienza. Verranno coinvolti attivamente e a diversi livelli enti di ricerca, istituti universitari, associazioni culturali, studi di comunicazione locali, nazionali e internazionali. Verrà inoltre costituito un comitato scientifico che proponga una metodologia di lavoro comune e condivisa, che coordini tutte le iniziative e proponga percorsi integrati fra le varie proposte al fine di garantire una progettualità di lungo periodo evitando la dispersione delle risorse intellettuali ed economiche.
Tutte le iniziative interagiranno l’una con l’altra, mettendo in comune idee, lavoro, spazi e utenti al fine di creare un unico (ma non univoco) percorso attraverso le memorie e i luoghi.
I progetti
ARCHIVIO DELLA MEMORIA DEL GORIZIANO
Sulla base di quanto sopra descritto, il progetto si propone, innanzitutto, di dare forma ad un Archivio della memoria della città di Gorizia, sviluppando in particolare la conoscenza di quelle che sono le “storie” che hanno caratterizzato la crescita e la trasformazione, lungo il Novecento, della città fisica e della città sociale. Un archivio che non solo intende preservare e conoscere le identità plurime che in questi spazi si sono intrecciate, ma che potrà essere considerato un imprescindibile strumento per orientare progetti e azioni di sviluppo e trasformazione per il futuro.
L’ Archivio della memoria dovrà essere uno spazio di ricerca e di conservazione dei materiali, ma anche uno spazio fisico per la loro elaborazione in progetti di comunicazione, valorizzazione culturale, scambio con i cittadini e coloro che alla storia della città sono interessati. In questo senso, rappresenterà il centro della rete di progetti qui descritti e di quelli che in futuro potrebbero unirsi ad essi, punto di coordinamento e di riferimento.
L’archivio, sarà anche il luogo in cui verranno conservati, catalogati, digitalizzati e resi disponibili al pubblico materiali memorialistici di varia natura raccolti presso “giacimenti di memoria” pubblici e privati (riproduzioni di documentazione conservata negli archivi, progetti e fotografie d’epoca, videointerviste, audio interviste, diari). In queste operazioni verranno seguiti criteri archivistici univoci e in linea con gli standard nazionali e internazionali.
La sede dell’Archivio della Memoria potrà diventare anche un centro di divulgazione, operando, in collaborazione con le altre istituzioni culturali locali, nella realizzazione di attività temporanee o permanenti (mostre, allestimenti, itinerari, ecc.) dedicate ai temi di ricerca di cui l’Archivio si interessa.
Infine, si configurerà come un luogo di riflessione scientifica sulle problematiche relative all’analisi e all’utilizzo delle memorie all’interno delle ricerche storiografiche e all’interno delle iniziative di divulgazione più ampia. In questa prospettiva, l’archivio vorrebbe da un lato essere una sorta di “garante” di un utilizzo non “partigiano” delle memorie, e dall’altro un luogo aperto in cui stimolare la discussione e il confronto e in cui far convergere e interagire realtà diverse col fine di non disperdere energie, idee, materiali. Da un punto di vista operativo si ipotizzano collaborazioni con l’Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi, con l’ISIG (Istituto di sociologia internazionale di Gorizia) e con lo IUIES- International University Institute for European Studies che permetteranno di attivare corsi di formazione professionale per gli archivisti, attivare borse di studio dedicate e concordare tesi di dottorato sull’argomento (PhD in Trasborder Policies for the Daily Life).
TOPOGRAFIA DELLA MEMORIA – MUSEO DIFFUSO DELLA CITTÀ
Percorsi multimediali e interattivi tra i luoghi della memoria e la memoria dei luoghi
Il progetto vuole valorizzare e promuovere una riflessione sulla storia del goriziano dal fascismo alla nascita della frontiera – periodo essenziale nella ridefinizione identitaria della popolazione goriziana – attraverso la creazione di un Museo diffuso a cielo aperto che leghi in un percorso interattivo e multimediale (attraverso l’uso di tecnologie innovative) luoghi della città significativi non solo per la “storia ufficiale” ma anche per quella privata dei cittadini. A partire dai racconti di vita di testimoni italiani e sloveni, verranno selezionati e “riattivati” una serie di luoghi sensibili della città sotto il profilo della memoria pubblica e privata. Si creerà così una nuova “mappa” storica ed emotiva del territorio. La realizzazione del progetto favorirà il recupero della memoria locale, la valorizzazione della specificità storica dei luoghi della città, spesso dimenticati o nascosti. Inoltre, l’utilizzo di nuove tecnologie e l’ideazione di forme espositive che coinvolgano attivamente l’utente mettendolo in gioco in prima persona.
DALLA “CITTÀ DI VILLAGGI” ALLA “CITTÀ DI CITTÀ”
Memoria, identità e futuro di un territorio urbano ricomposto
La città di Gorizia, lungo il Novecento e in particolare dal secondo dopoguerra, è cresciuta per parti, sviluppando una sua caratteristica peculiare, ben riconosciuta dal vigente Piano regolatore urbanistico: quella di essere una “città di villaggi”. Una sommatoria, quindi, di luoghi (e di persone) spesso connotati da spazi, storie, esperienze diverse, che nel loro complesso creano la specificità e la peculiarità di Gorizia, il suo essere – per alcuni versi in modo esplicito, per altri potenzialmente – una città aperta e plurale.
Per affrontare quella che è oggi la sfida della costruzione di un dialogo fertile e di strumenti e azioni di trasformazione condivisi con le città che a Gorizia si relazionano (Nova Gorica e Sempeter Vrtojba) è certamente necessario fare tesoro di quelle che sono le esperienze di costruzione di un insieme urbano organico già presenti a Gorizia, facendo della memoria e dell’identità della città uno strumento di progetto per il futuro.
Solo conoscendo come si è costruita e che cosa è oggi la “città di villaggi” si potrà costruire nel modo migliore la “città di città” del futuro.
Il progetto si propone quindi di portare alla luce questa memoria, che spesso non si è depositata in documenti ed archivi ufficiali, ma è oggi ricostruibile attraverso percorsi di sensibilizzazione e attivazione delle comunità locali. L’approccio scelto a questo tema potenzialmente molto ampio è quello della individuazione delle storie delle diverse parti di città “periferiche” rispetto al centro storico cittadino, connotate dalla presenza spesso di comunità locali vivaci e fortemente interessate alla propria identità. Luoghi come Straccis, San Rocco, Lucinico, Campagnuzza e Sant’Anna verranno letti dalla ricerca non come periferie di un centro, ma a loro volta come centralità urbane, in questa immagine di città multipolare. Luoghi caratterizzati da vicende originali e connotanti, che daranno ad ognuna di queste “città nella città” un ruolo nella costruzione dell’immagine e della storia plurale di Gorizia: per Straccis sarà centrale il tema del rapporto città-lavoro, per Lucinico il suo ruolo di porta della città verso il Friuli, per Campagnuzza e Sant’Anna il loro essere grandi parti urbane cresciute per iniziativa pubblica, accogliendo abitanti giunti da altri luoghi, ecc.
Il progetto si svolgerà per fasi: individuazione dei soggetti da interpellare/coinvolgere (istituzionali e privati), consultazione e interpretazione di documenti di vario genere, raccolta di testimonianze orali e interviste, costruzione di una mappatura e di una banca dati ordinata delle testimonianze che confluiranno nell’“Archivio della memoria”, restituzione e divulgazione dei risultati in pubblicazioni a stampa, documentari video, supporti multimediali, ecc.
Viaggiare per non dimenticare
Il MEMOBUS, partendo dalle esperienze sviluppate a Torino e in Trentino, si rivolge innanzitutto ai giovani, proponendosi come un laboratorio mobile di educazione alla Storia e alle molteplici memorie dell’area di confine. Assumendo come punto di partenza fisico e ideale l’Archivio della memoria, una corriera appositamente predisposta unirà in un unico percorso diversi luoghi: quelli pubblici, simboli della memoria istituzionalizzata, e quelli legati alle esperienze dirette della popolazione.
Il viaggio sarà un’occasione per confrontarsi, oltre che con i luoghi della memoria, anche con le memorie dei luoghi che emergeranno dai racconti di vita di alcuni testimoni, presenti lungo tutto il percorso.
In questo modo, i ragazzi avranno l’opportunità di scoprire la pluralità dei processi storici legati a questo territorio, provando a superare la paura della complessità, della diversità, del silenzio e del dolore, che troppo spesso ha portato a strumentalizzazioni, omertà, ingiustizie e violenze.
I visitatori non si troveranno di fronte a concetti e teorie astratte, ma verranno stimolati attraverso l’interazione diretta dei fatti con gli spazi e le emozioni. Così, dai percorsi fisici ed emotivi, potranno emergere curiosità, interessi e passioni che permetteranno di comprendere meglio il passato per vedere il presente (ma soprattutto il futuro) con nuovi sguardi. Per le nuove generazioni sarà un’occasione unica per vivere un’esperienza formativa finalizzata alla promozione di una cittadinanza attiva e consapevole all’interno della nuova Europa in costruzione.
Luoghi della memoria, archivi, nuovi media e percorsi espositivi
L’Archivio della memoria promuoverà la realizzazione di pubblicazioni (cartacee e multimediali) che si configureranno come occasioni di riflessione, proposta e dibattito, raccogliendo le riflessioni di esperti di diversi settori – storici, archivisti, registi, video artisti e architetti.
In una prima fase, si intende pubblicare due monografie (con eventuale allegato in dvd): la prima sarà intitolata “Memorie di confine: i racconti di vita tra riflessioni storiche e interventi sul territorio”, mentre la seconda farà diretto riferimento alla prima parte del progetto “Dalla ‘città di villaggi’ alla ‘città di città’”. Questi volumi, realizzabili in formati agili e a costi accessibili, restituiranno i materiali, il metodo di lavoro e un confronto con altre esperienze a livello nazionale e internazionale, e costituiranno i primi due numeri di una collana di pubblicazioni dell’Archivio della memoria dedicate a differenti aspetti della storia del Novecento. Un punto di riferimento per questa operazione saranno le esperienze delle Case della città, dei Musei della città o degli Urban center, sia in Italia che all’estero.
ATTIVITA’ DIDATTICHE
Riflessione, contestualizzazione, impegno
All’interno di tutti i progetti proposti, s’intende sviluppare un attento piano di attività didattiche rivolte sia a un pubblico generico sia agli studenti e alle classi delle scuole medie e superiori. In particolare si ipotizza un percorso didattico comune alle diverse iniziative che, partendo da una contestualizzazione storica e da una serie di riflessioni metodologiche, porti a una messa in gioco in prima persona da parte dell’utente. Lo scopo è di promuovere un approccio attivo e partecipato alle questioni trattate, una riflessione su se stessi, sulla propria storia familiare che diventi uno stimolo all’azione nella contemporaneità.
Inoltre, si intende progettare, in occasione di alcune importanti ricorrenze (25 aprile, 27 gennaio, 10 febbraio) una serie di iniziative divulgative e di riflessione (convegni, seminari, proiezioni, dibattiti) che coinvolgano un’ampia fascia di pubblico. Tali iniziative prenderanno il via proprio dai luoghi dell’Archivio e del Museo diffuso utilizzandoli come spunto di riflessione, punto di partenza per creare un dialogo tra studiosi e popolazione.
Le iniziative qui proposte potranno essere il centro di una serie di incontri formativi (rivolti alle scuole, ai professionisti e a tutti gli interessati) centrati sui racconti di vita, sulle modalità della ricerca di storia orale e sulle tecniche di realizzazione delle videointerviste.
Infine, si conta di attivare forme di collaborazione e interazione con il Dottorato di ricerca in Trasborder Policies for the Daily Life e con la Summer School dello IUIES – International University Institute for European Studies, consentendo il coinvolgimento di un ampio numero di studenti e docenti provenienti da diverse Università internazionali.
Promosso da:
– Provincia di Gorizia – Assessorati alla pace e alla cultura
– Associazione Culturale Quarantasettezeroquattro (Gorizia)
– Facoltà di Architettura dell’Università degli studi di Trieste
– Center for International Relations and European Studies (CIRES) – Slovenia
– Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione (IRSML) – Trieste
Con il sostegno e il contributo di:
– Provincia di Gorizia – Assessorati alla pace e alla cultura
– Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia
In collaborazione con:
– Aiso – Associazione Italiana di Storia Orale (Roma)
– Studio di produzione video e multimediale N03! (Ennezerotre) – Milano
– Isonzo-Soča (Gorizia)
– ISIG – Istituto di sociologia internazionale di Gorizia
– Terra del Fuoco
– Associazione Kinoatelje (Gorizia)
– Visoka šola za dizajn v Ljubljani
– Icbsa – Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi (Roma)
– Università di Lubiana
(in via di definizione)
– Università degli Studi di Udine – Dams di Gorizia
– Laboratorio audiovisivo Crea
– Università di Nova Gorica
– Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione (IFSML) – Udine
– ZRC SAZU (Accademia slovena per le Arti e le Scienze)
– Mobile workshop group
Per info:
www.quarantasettezeroquattro.it
info@quarantasettezeroquattro.it
.
(a cura di: Alessandro Cattunar)