AISO aderisce al seguente appello per sollecitare un’azione delle Università e del Ministro dell’Università e della Ricerca per la liberazione Patrick Zaki.
Le Università, come luogo della ricerca e della formazione, hanno come prima missione pubblica la tutela dei diritti dei giovani e della loro crescita scientifica, culturale e civile. Di fronte all’assurda detenzione di Patrick Zaki, che rischia anni di carcere per il suo lavoro in favore dei diritti umani, il mondo universitario non può tacere.
Ci sono stati gesti simbolicamente forti, come quello dello scrittore Corrado Augias e di altri, che hanno restituito la Légion d’onore; ci sono state proposte come il boicottaggio del turismo egiziano; c’è stato l’intervento di una celebre attrice, Scarlett Johansson, in favore di Zaki e di altre tre persone detenute in Egitto.
È trascorso ormai un anno dell’inizio della detenzione di Zaki. Ora è il momento di andare al di là delle più che meritorie posizioni personali, e di far sentire la voce delle istituzioni della ricerca e della formazione, che nei giovani hanno la loro forza e la loro ragion d’essere.
Chiediamo che dalle istituzioni universitarie parta ora una netta mobilitazione collettiva di opinione, che condanni i paesi che reprimono con prigione, torture e morte studenti e ricercatori che esercitano il loro compito elettivo, la libera ricerca; che pretenda libertà per Zaki e rispetto dei diritti umani in Egitto.
Ci rivolgiamo ai Rettori e alla Conferenza dei Rettori delle Università italiane perché chiedano al Ministro dell’Università del Governo che sta nascendo una presa di posizione pubblica, forte e autorevole, come espressione di una voce comune delle Università italiane.
Questa azione potrà contribuire a dare la risposta ideale più giusta alla sensibilizzazione che si è ormai diffusa nel paese, e dare forza alle iniziative già in corso, come la proposta di conferimento a Patrick Zaki della cittadinanza italiana, e a quelle future.
Ci auguriamo che possa costituire anche un richiamo per il Governo perché, pur nell’attuale difficile nodo politico ed economico, i diritti umani di Zaki e di ogni persona, in Egitto e altrove, costituiscano una priorità dell’azione del nuovo Esecutivo.