di Giovanni Rinaldi
Paola Sobrero è morta a 70 anni, dopo una breve malattia, il 12 marzo scorso. Era riminese e in Romagna, la sua terra, era amata e stimata. A Savignano sul Rubicone (dove ha lavorato per più di trenta anni) il sindaco Filippo Giovannini l’ha ricordata così: “Paola Sobrero era donna colta, silenziosamente entusiasta, riservata e gentile. Il suo è stato un lavoro profondo e appassionato; ha dato tanto alla cultura di Savignano, e se la fotografia e il SiFest oggi sono così importanti è anche grazie a Paola. Ci ha lasciato senza avvertire, quasi temesse di disturbare.”
Conobbi Paola a Bologna nel 1973, seguendo al Dams il seminario sul “teatro di stalla” condotto da Giuliano Scabia, che in pochi anni dette vita – con il Gruppo di Drammaturgia 2 – ad una delle esperienze teatrali più originali del teatro italiano: le avventure di animazione e ricerca teatrale del “Gorilla Quadrumàno”. Avevamo poco più di venti anni quando, da Bologna, scendemmo in Puglia e ci inoltrammo, insieme, con le nostre passioni, tra sentimenti affettivi e ambiziosi progetti culturali alla scoperta del mondo popolare, che ci affascinò e travolse. Una fiammata intensa a cui dedicammo la nostra intera vita di quegli anni, pochi, ma che ci sembrarono immensi.
In Puglia, dal 1975 al 1980, conducemmo ricerche sul campo antropologiche e di storia orale. Le nostre campagne di ricerca erano rivolte maggiormente verso le forme espressive della cultura orale, includendo materiali sonori di straordinario interesse che offrirono un’inedita rappresentazione di un paesaggio sonoro, pressoché sconosciuto, quello della Puglia settentrionale. La ricerca (sostenuta dall’Amministrazione Provinciale all’interno della Biblioteca Provinciale di Foggia, con l’obiettivo di costituire un Archivio della Cultura di Base), si concretizzò in una imponente raccolta di testimonianze orali, individuali e collettive, campagne fotografiche e rilevazioni audiovisive sulla storia dei braccianti del Tavoliere, le lotte sociali per il lavoro e i grandi miti collettivi di natura sociale, culturale e religiosa (Di Vittorio, il Primo Maggio, il carnevale, il teatro popolare dei ditt garganici, la Cavalcata degli Angeli al santuario dell’Incoronata). Una piccola parte, non certo esaustiva, si ritrova oggi conservata nell’Archivio Sonoro della Puglia dove sono fruibili 1.341 documenti sonori di interesse musicale e narrativo, organizzati in 21 raccolte.
Principale risultato editoriale scaturito da quelle ricerche fu La memoria che resta, imponente volume che conteneva i risultati della vasta ricerca sul campo tra i braccianti di Cerignola. L’Istituto Ernesto de Martino la definiva “la più importante ricerca che sia stata fatta nel nostro Paese su una zona di bracciantato agricolo”. E Cesare Bermani nella sua introduzione alla prima edizione del libro scriveva: “Notazioni sociologiche e messe a punto storiche, trascrizioni musicali e ricerca antropologica si unificano per valorizzare la peculiare cultura espressa dai braccianti pugliesi, all’interno di una esperienza militante che – sin dalla fine degli anni quaranta e con maggiore rigore dalla fine degli anni cinquanta – ha ricercato il rapporto con spezzoni della Classe, non solo per farne emergere le culture, ma anche per organizzarle e diffonderle, cioè per farle conoscere e renderle matrici di nuova cultura, concependo il proprio intervento anche come strumento di lotta politica e sociale diretta.”
Il volume nel 2004 è stato riedito, su iniziativa dell’editore salentino Aramirè, in una nuova veste totalmente riveduta e ampliata rispetto alla prima del 1981, comprendente oltre ai saggi che presentano le diverse sezioni, 60 narrazioni e storie di vita e 53 canti, proposti da più di cento lavoratori agricoli, fotografie d’epoca, reportages fotografici, accompagnati da 2 CD audio.
Il progetto dell’Archivio della Cultura di Base, fu drasticamente interrotto nel 1980 (per la solita miopia politica e burocratica) e i nostri percorsi si divisero. Paola si trasferì a Torino dove fu direttrice della Biblioteca civica “Regio Parco” del Sistema Bibliotecario Urbano dall’80 all’85, gli anni della sua partecipazione alla redazione di “Fonti orali. Studi e ricerche”, bollettino nazionale d’informazione diretto da Luisa Passerini. In Piemonte riprese anche la ricerca sulle fonti orali con una ricerca condivisa con Giuliano Giovine sui bottai di Canelli. Rientrò poi in Romagna lavorando nei Servizi culturali del Comune di Savignano sul Rubicone, per poi divenire, nel 1988, responsabile del settore Cultura. Nel 2006 le fu affidata la direzione dell’Istituzione Cultura Savignano. Si occupò, tra le altre cose, della progettazione, allestimento e apertura del Museo Archeologico del Compito, della Biblioteca dei Ragazzi, della progettazione e realizzazione del Liscio@museuM, della cura, trasferimento e apertura al pubblico dell’Archivio storico comunale e della progettazione e apertura del Centro Culturale di Palazzo Vendemini. Sotto la sua supervisione mosse i primi passi l’allora Portfolio in Piazza, poi Festivalphoto oggi SI FEST, Festival di fotografia, che trovò in Paola Sobrero un apporto competente e appassionato, nella gestione e nella direzione. Per altri venti anni Paola Sobrero è rimasta, così, sempre feconda ed eclettica autrice di testi di fotografia, antropologia, storia e beni culturali, dalla scrittura fluente e visionaria.
Le parole che mi sembrano più adatte a ricordarla, credo siano scritte insieme quando La memoria che resta fu riedito. In forma di epigrafe raccontano un tempo e un luogo che oggi sembrano lontanissimi e che rimangono alla base della nostra scelta di storici orali:
“Per noi che non siamo stati riconosciuti – né ambivamo ad esserlo – né storici né antropologi, né artigiani né artisti, né intellettuali né tecnici, ma che in tutti questi sensi abbiamo operato, imparando i ferri del mestiere e poi mescolando, contaminando, facendo interagire competenze disciplinari e tecniche e incanalandole in una strategia di comunicazione tutta calata nel sociale.
Per noi che abbiamo intrapreso un percorso di ricerca come impegno professionale scientificamente fondato ma anche come sperimentazione creativa di strumenti, di linguaggi, di materiali che di quella ricerca fatta di dialoghi, di voci, di suoni, di immagini, di sequenze riuscissero a fissare e riproporre la sostanza vitale di cui erano fatti e anche a crearne di nuova, ad agire; oltre che sulla realtà, sull’immaginario e sui sogni.
Per noi, a cui hanno portato via il sogno di continuare a mescolare le nostre vite e i nostri progetti a quelli della memoria, di individui e di collettività, per farne un tramite di conoscenza e di comunicazione, rimane, oltre al sentimento orgoglioso di aver vissuto comunque un’esperienza straordinaria, la soddisfazione di vederla farsi rappresentazione, musica, immagine, di aver ispirato la mente e il cuore di chi è capace di trasformarla e di restituirla come una esperienza universale di emozioni, appartenenze, passioni.”
Un anno dopo in una lettera aggiunse: “…per me la memoria che resta è rimasta, rimane e non finirà mai, perché ha coinciso con il periodo della mia vita più convinto, caparbio, sofferto e insieme più corrispondente alla mia verità e ai miei sogni …anche se lontana da tanto tempo, anche se la custodia del nostro lavoro è rimasta affidata alla tua cura e custodia, non ho mai smesso di pensarlo come una parte solida di me che ancora mi appartiene profondamente, insieme a quella sensazione di vuoto e di irrisolto che fa soffrire come una ferita.”
Mi sembra ancora assurdo aver saputo, dalla telefonata di uno dei nostri più cari amici, che non ci sei più, Paola Sobrero, amica, compagna, grandissima studiosa, ma sarai sempre nella mia (e nostra) più intima memoria.
Ciao Paola
Nota
Credo sia utile ricordare alcune delle pubblicazioni di Paola Sobrero (a carattere storico-antropologico e di storia orale, escludendo le tante dedicate alla fotografia, arte e beni culturali:
Paola Sobrero – Giovanni Rinaldi – Alberto Vasciaveo, Identità culturale e religiosità popolare, in Questione meridionale, religione e classi subalterne, a cura di F. Saija, Napoli 1978, pp. 357-368
Roberto Cipriani – Giovanni Rinaldi – Paola Sobrero, Il simbolo conteso. Simbolismo politico e religioso nelle culture di base meridionali, Ianua, Roma 1979
Paola Sobrero – Giovanni Rinaldi, Cultura di base in Capitanata, in Sociologia della cultura popolare, a cura di R. Cipriani, Liguori, Napoli 1979, pp. 174-195
Paola Sobrero – Giovanni Rinaldi, Comico maschera oralità: elementi drammaturgici dei rituali carnevaleschi in Capitanata, in Centro studi sul teatro medioevale e rinascimentale, Rappresentazioni arcaiche della tradizione popolare, Atti del VI Convegno di Studio, Viterbo, 27-31 maggio 1981, Viterbo 1982, pp. 317-369
Paola Sobrero – Giovanni Rinaldi, La memoria che resta. Vita quotidiana, mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia, Aramirè, Lecce 2004 (prima ed. 1981)
Giuseppe Angione, La città del sole. Realtà e sogno di un bracciante, a cura di Giovanni Rinaldi e Paola Sobrero, Laboratorio culturale G. Angione, Cerignola 1982
Paola Sobrero – Giovanni Rinaldi, Primo Maggio: proletariato agricolo e autorappresentazione di classe, in Primo Maggio. Protagonisti e simboli della festa del lavoro a Cerignola e in Puglia, Amministrazione Comunale Cerignola / Laboratorio culturale “G. Angione”, Cerignola 1982, pp. 14-24
Paola Sobrero – Giuliano Giovine, Dal laboratorio alla taverna. Condizioni materiali e identità sociale di una “aristocrazia” operaia piemontese: i bottai di Canelli, in “Movimento Operaio e Socialista”, VIII, 3, 1985
Paola Sobrero, Primo Maggio e fonti orali. Una ricerca nell’area pugliese, in Storie e immagini del 1° Maggio. Problemi di storiografia italiana ed internazionale, a cura di G. C. Donno, Lacaita, Manduria-Bari-Roma 1990, pp. 293-324
Paola Sobrero, La festa rubata. Il Primo maggio nel riminese tra Otto e Novecento, CGIL-CISL-UIL Rimini / Ist. Storico della Resistenza, Sapignoli ed., Torriana 1991
Paola Sobrero – Eraldo Baldini, Viaggio tra le feste e le sagre della provincia di Ravenna, Angelo Longo ed., Ravenna 2001
Paola Sobrero, Il demone del ballo. Il liscio fra tradizione e progetto, in Romagna Mia. Passato e presente di una canzone tra la provincia e il mondo, Minerva Edizioni, Argelato 2004, pp. 13-22
Secondo Casadei. “Romagna mia” e altre storie, a cura di Giuseppe Pazzaglia, Andrea Samaritani, Paola Sobrero, Minerva Edizioni, Argelato 2017.