Il 13 novembre è stata inaugurata a Trento, presso le Gallerie Piedicastello la mostra La rivoluzione della voce. La storia orale ci racconta l’Italia, curata da Alessandro Cattunar, Andrea Colbacchini e Stefania Ficacci e promossa dalla Fondazione Museo Storico del Trentino, l’Associazione Italiana di Storia Orale e il Laboratorio di Storia Orale dell’Università di Padova.
La mostra propone un percorso multimediale e interattivo di esplorazione e scoperta delle fonti orali come strumento di ricerca storiografica in Italia.
Una riflessione che ha al centro, da un lato, i testimoni, le loro storie, il modo di raccontare, le ricadute che grandi e piccoli eventi storici hanno avuto sulle loro vite e sulle comunità di cui fanno parte. Dall’altro, i ricercatori: dai primi “sperimentatori” degli anni Cinquanta e Sessanta, alla svolta culturale della nuova sinistra degli anni Settanta e Ottanta, fino al riconoscimento della storia orale come disciplina di ricerca storiografica, con uno sguardo sul presente e sui tanti studiosi, più o meno giovani, che indagano quotidianamente i tanti territori e le tante storie di cui è composto il nostro Paese.
Questa mostra si propone come un punto di partenza, come avvio di un lavoro di valorizzazione delle fonti orali e della storia che ne ha segnato l’utilizzo. Per questo motivo si è immaginato che l’organizzazione dell’esposizione fosse innanzitutto l’occasione per riportare alla luce e rendere fruibili fonti orali che hanno segnato la storia della disciplina, che sono entrate a far parte di importanti ricerche e di cui molti hanno letto le trascrizioni nei libri, ma che molto raramente sono state viste e ascoltate nel formato originale.
Ecco allora che l’impegno prioritario dei curatori è stato quello di individuare, selezionare e reperire alcune delle registrazioni più significative in tanti diversi archivi.
L’intento è dare testimonianza del lavoro di ricerca e di impegno intellettuale e politico di cui gli storici orali si sono fatti portatori, ma anche offrire visibilità alle molte organizzazioni sia pubbliche che private che si impegnano, spesso faticosamente, nella conservazione e nella valorizzazione delle fonti orali in Italia.
Si è trattato di un lavoro complesso perché, soprattutto in passato, le fonti orali sono generalmente state custodite senza seguire protocolli di conservazione e archiviazione, per lo più al di fuori dei circuiti archivistici ufficiali e molto spesso solo presso le abitazioni o gli uffici dei singoli ricercatori.
Come ogni punto di partenza questa mostra è parziale e non pretende di essere esaustiva ma solo di restituire una panoramica generale su un universo complesso e variegato, che sfugge a definizioni accademiche e si lascia contaminare dalle pratiche e dalle esperienze di ognuno.