pubblicato su: www.storicamente.org
[ANTEPRIMA] – IStudiare un confine, una borderland, vuol dire affrontare un complesso nodo di questioni che non possono limitarsi agli aspetti politici, militari e geografici. La costruzione o cancellazione di un confine, la sua modificazione o spostamento, obbligano a confrontarsi anche con «l’intreccio tra il loro profilo territoriale e quello che invece si gioca sul piano delle identità e delle appartenenze, [con] i diversi significati attribuiti alle frontiere dai diversi soggetti politici e sociali»[1]. Questioni politiche, geografiche, storiche, quindi, ma anche mentali, simboliche e identitarie.
In questa sede, si propone l’analisi di un’area di frontiera – la Venezia Giulia e, più nello specifico, il territorio goriziano – volta ad indagare la complessa questione dell’identità nazionale in una fase di grande mutamento e profonda incertezza: la liberazione della città avvenuta il primo maggio 1945.
In questo tipo di esplorazione si assumeranno come fonte privilegiata i racconti di vita dei testimoni, italiani e sloveni, che vissero a Gorizia durante quel periodo. Si cercheranno di analizzare le complesse dinamiche che legano la ridefinizione di un confine fisico con la definizione delle identità individuali e collettive. [vai all’articolo]
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Per citare questo articolo:.
A. Cattunar, La liberazione di Gorizia.Identità di confine e memorie divise: le videointerviste ai testimoni, “Storicamente”, 5 (2009), http://www.storicamente.org/05_studi_ricerche/cattunar.htm
« Memorie di confine e identità plurime. Il confine italo-jugoslavo nei racconti di vita dei testimoni: 1943-47 » by Alessandro Cattunar/ Diacronie. Studi di Storia Contemporanea is licensed under a Creative Commons Attribuzione 2.5 Italia License.