Pubblichiamo la relazione di Alessandro Casellato, presidente uscente di Aiso al termine dei suoi due mandati, all’assemblea annuale dei soci e delle socie che si è tenuta a Roma il 16 ottobre 2021 nella sede del Centro di documentazione Maria Baccante.
Alla relazione del presidente e all’approvazione del bilancio consuntivo per il 2020 e del bilancio preventivo per il 2021 hanno fatto seguito le elezioni per il rinnovo delle cariche.
Sono stati quindi eletti:
Presidente: Antonio Canovi
Vicepresidente: Giulia Zitelli Conti
Tesoriere: Roberto Labanti
Giunta esecutiva: Bruno Bonomo, Maria Laura Longo, Jessica Matteo, Gloria Nemec, Patrick Urru
L’assemblea è seguita all’incontro seminariale Raccontare storie, raccontare la storia, cui hanno partecipato Antonio Fanelli, Gabriella Gribaudi, Bianca Pastori, Igiaba Scego, Luigi Vergallo, coordinati da Bruno Bonomo. Del seminario pubblicheremo qui a breve un resoconto.
Relazione morale all’Assemblea dei soci e delle socie AISO
Roma, 16 ottobre 2021
Care socie e cari soci di AISO,
innanzitutto, benvenuti e grazie di essere qui. E grazie al Centro di documentazione Maria Baccante che ci ospita, nel momento in cui la Casa della memoria di Roma – dove abbiamo la sede legale – è inaccessibile a causa dei lavori.
Poco lontano da qui si sta tenendo un’importante manifestazione, a una settimana da un episodio disgustoso durante il quale la sede nazionale della CGIL è stata assaltata e vandalizzata da un gruppo di facinorosi guidato da un partito neofascista. A cento anni dal 1921, tutto ciò assume riverberi decisamente inquietanti.
A me personalmente dispiace non poter essere in Piazza San Giovanni in questo momento, a mettere anche il mio corpo tra i molti che sono lì a rendere manifesto il proprio attaccamento alla democrazia, alle sue istituzioni e alle sue articolazioni sociali.
Ma noi oggi, svolgendo la nostra assemblea, onorando il nostro statuto, eleggendo e rinnovando la nostra dirigenza, progettando il nostro futuro, stiamo partecipando anche a quell’esercizio di democrazia. E credo di interpretare il sentire di tutti i soci di AISO dicendo che – in questo modo – la nostra associazione si unisce, stando qui, a coloro che in questo momento sono in piazza.
Questa è per me l’occasione di fare un bilancio della mia esperienza quadriennale come presidente di AISO e di ringraziare le tante persone che hanno contribuito a renderla uno dei momenti più gratificanti e soddisfacenti che abbia vissuto, sul piano pubblico e professionale. Ho potuto fare le cose che mi piaceva fare, con le persone con cui avevo piacere di farle. Un privilegio raro. Grazie a questa alchimia AISO è cresciuta, perché ha respirato all’unisono con i tanti e le tante che le hanno prestato la propria intelligenza, disponibilità di tempo e passione.
Segretaria e tesoriere: Giulia Zitelli Conti e Roberto Labanti (come prima Michela Cimbalo) sono state le persone con cui mi sono confrontato quasi quotidianamente sulle piccole cose e sulle decisioni più impegnative, e che mai hanno mancare un aiuto competente e tempestivo. Sono felice e anche rasserenato dal fatto che abbiano dato la propria disponibilità a candidarsi a far parte della nuova dirigenza che eleggeremo tra poco. Conoscono AISO in profondità, sanno che è diventata un’associazione articolata e anche complessa, con un’ampia gamma di attività e di rapporti con altre associazioni. Sanno che AISO è formata da soci (130 soci, di cui 4 enti) molto diversi tra loro per età, provenienza, formazione e anche attitudini, ma che finora si sono giovati gli uni degli altri.
Un ringraziamento anche ai membri della Giunta esecutiva, ciascuno dei quali si è preso in carico momenti o eventi particolari, come l’organizzazione della tavola rotonda di questa mattina, curata in tutti gli aspetti da Bruno Bonomo e Bianca Pastori.
Al gruppo del direttivo si è affiancato in questi anni in maniera sempre più stretta il gruppo della redazione, che ha animato un sito web vivace, ricco di contenuti e sempre in trasformazione per adeguarlo alle nuove esigenze, ma ha anche accompagnato e sostenuto molte delle altre iniziative di AISO, come il convegno on line in più sessioni sulla trascrizione, che si è svolto all’inizio di quest’anno e ha avuto moltissimi iscritti e una qualità straordinaria nelle relazioni proposte. Qui il grazie va a tutte e tutti i componenti della redazione, a partire dalle due persone che ne hanno garantito il coordinamento: prima Jessica Matteo e poi Hilde Merini.
È stato importante avere sempre vicina e salda l’intelligenza e l’esperienza dei due presidenti che mi hanno preceduto – Gabriella Gribaudi e Giovanni Contini – che continuano a essere punti di riferimento per AISO. E, insieme a loro, fondamentale è stata la presenza di quelli che chiamo “soci attivi”, che senza essere (o essere più) in alcuno degli organi statutari, hanno sempre garantito sostegno fattivo e vicinanza partecipe alle diverse attività che si sono realizzate in questi anni: penso in primo luogo a Roberta Garruccio, a Francesca Socrate, a Gloria Nemec.
Ricordo alcune di queste attività in cui l’associazione è impegnata:
- AISO partecipa alla collana di Storia orale dell’editore Edipress, diretta da Gabriella Gribaudi e coordinata da Giovanni Pietrangeli. Ne abbiamo sentito parlare stamattina.
- AISO partecipa alla ideazione e redazione della rivista “Il de Martino”, che è rinata come rivista di storia orale con il nuovo sottotitolo “Storie voci suoni”, sotto la direzione di Antonio Fanelli e con la collaborazione di IEDM, Circolo Gianni Bosio, Lega di cultura di Piadena e IRES Toscana.
- AISO partecipa al Coordinamento nazionale per le fonti orali, che ha lavorato negli ultimi due anni intorno al grande tema degli archivi orali, producendo un Vademecum che sarà presentato a Roma il 27 ottobre, insieme all’AISV, agli Istituti centrali del Ministero della cultura e altri enti pubblici e privati. Il coordinamento proseguirà grazie anche alla disponibilità del nostro Patrick Urru a farne parte per i prossimi due anni.
- AISO ha rapporti stretti anche con altre associazioni, oltre a quelle già nominate: con la SISLAV (tra un mese si terrà a Pistoia e Firenze un convegno nazionale sulla storia orale del lavoro, grazie soprattutto a Stefano Bartolini); con l’Istituto nazionale Ferruccio Parri e la rete degli istituti per la storia della Resistenza (è in piedi un tavolo di lavoro, coordinato da Sara Zanisi ed Elisa Salvalaggio); con l’AIPH e soprattutto con il Master in PH di Unimore, grazie alla presenza come docente di Antonio Canovi (questo rapporto ci ha fatto guadagnare la collaborazione di due tirocinanti che sono diventati soci tra i più attivi).
- in qualche modo – che spero implementeremo – AISO è in relazione anche con la SIS (per l’attenzione soprattutto di Adelisa Malena), con la Fondazione Feltrinelli (grazie in primis a Roberta Garruccio e Chiara Paris), e con il mondo dei geografi (per il tramite di Chiara Spadaro).
- AISO, inoltre, tiene molti rapporti con associazioni locali, con alcune scuole, con amministrazioni comunali: è grazie a questi rapporti che si sono potute svolgere le scuole di storia orale, anche in questi due anni flagellati dalla pandemia.
Penso che questo patrimonio di relazioni e anche credibilità che AISO si è costruita vada preservato, consolidato, ma vada anche allargato.
Indico qui tre ambiti in cui a me pare siamo ancora deboli e che potremmo coltivare meglio nei prossimi anni:
- Il rapporto con la dimensione prettamente accademica: dovremmo cercare di coinvolgere maggiormente ricercatori e docenti universitari di storia, di antropologia, di sociologia e di altre discipline che si avvalgono della metodologia della storia orale. Coinvolgerli come parte attiva dell’associazione, per sviluppare la ricerca sulla metodologia e su tematiche specifiche indagate attraverso le fonti orali, ma anche per stimolarli a insegnare più diffusamente storia orale nelle università, ad aumentare quindi il numero di atenei dove un insegnamento di storia orale sia presente, riconoscibile, così da moltiplicare le occasioni di formazione ma anche rafforzare la legittimazione della nostra metodologia, sapendo che essa è un modo per aprire, rinnovare e anche rendere più democratica e inclusiva la ricerca storico-sociale.
- Il rapporto con la scuola, intesa come didattica della storia e aggiornamento degli insegnanti: esiste un piccolo “gruppo scuola” interno ad AISO formato da soci e socie che lavorano nella scuola media e superiore – Jessica Matteo, Gabriele Moscaritolo, Bianca Pastori – che finora hanno sempre dato risposte a insegnanti e dirigenti scolastici che si sono rivolti alla nostra associazione per progetti didattici di storia orale; penso che questo gruppo vada rinforzato e valorizzato ulteriormente perché presidia un terreno prezioso, fecondo, e in questo momento piuttosto trascurato da altri soggetti.
- Il rapporto con la dimensione internazionale: dovremmo cercare di riprendere e stabilizzare i contatti con l’IOHA e poi con le associazioni di storici orali nordamericana e britannica (OHA e OHS), che sono le più risalenti e solide, e attrezzarci a rispondere anche alle sollecitazioni che ci giungono sempre più spesso da colleghe e colleghi dell’Europa centro-orientale e del Sudamerica. La vecchia idea di AISO di progettare e pubblicare – in lingua inglese, con un editore internazionale – un’antologia della storia orale italiana secondo me rimane valida, ma attende qualcuno/a che se ne faccia carico e la porti a compimento.
In questi anni abbiamo avviato – come sapete – anche una progettualità di tipo nuovo, cui non eravamo abituati. Cioè abbiamo concorso, con altre due associazioni di Napoli, a un bando ministeriale per la realizzazione di una Casa della memoria nel Rione Sanità di Napoli. Al bando abbiamo partecipato quattro anni fa, due anni fa abbiamo saputo di aver vinto, e i lavori per noi cominceranno solo tra due settimane, a inizio novembre, ma hanno già comportato e comporteranno un notevole impegno per l’associazione. Gestire questi progetti, anche solo nella fase di avvio e nella parte amministrativa, è estremamente gravoso, dispendioso e anche frustrante. Abbiamo deciso di metterci alla prova. Un bilancio sarà possibile alla fine e lo farà quindi, tra un anno, la nuova dirigenza che tra poco eleggeremo.
Ultima cosa, che ha a che fare quanto appena detto. Ho capito che per presiedere AISO non serve essere dei fuoriclasse. Servono di più le qualità dei mediani, come cantava Ligabue: stare lì nel mezzo, tenere stretti i reparti, dare equilibrio alla squadra, ogni tanto provare a fare i registi e lanciare a rete le punte. Insomma, far giocare la squadra, valorizzare il ruolo di tutti, perché tutti i ruoli sono fondamentali.
Più che una punta, il presidente di AISO deve essere un cucchiaio: raccogliere, mescolare, amalgamare. AISO è fatta di tanti ingredienti diversi: la sua bontà è data dal fatto che stanno insieme nelle giuste proporzioni, in equilibrio tra loro, senza che uno sovrasti l’altro.
Parlando di calcio e di cucina, ho concluso quel che volevo dire, e apro agli eventuali interventi, prima di sottoporre all’approvazione dell’assemblea questa relazione morale.