Report collettivo della seconda Scuola di storia orale nel paesaggio di Fanano e Sestola (MO) “Passaggi di frontiera: costruire archivi orali tra storia e mobilità”.
Questo resoconto è a cura di Alessandra Mascarucci, Sergio Coppola, Alice Tocchini, Antonio Canovi, Andrea Caira e Chiara Paris (qui la pagina di sponsorizzazione dell’iniziativa).
Dopo l’edizione dell’estate 2021 e la restituzione pubblica dell’autunno successivo, la scuola di storia orale “Passaggi di frontiera: costruire archivi orali tra storia e mobilità” è la seconda iniziativa che AISO ha co-costruito assieme ai comuni di Fanano e di Sestola, all’ANPI locale e al Movimento di apprendimento paesaggistico, l’Erbalonga. Un progetto corale che evidenzia il grado di interconnessione e sinergia raggiunto tra la comunità locale e AISO.
Quest’ultima scuola di storia orale di luglio 2022 è stata co-organizzata insieme a ITHACA (Interconnecting Histories and Archives for Migrant Agency), con un focus su archivi orali e memorie migranti.
La risposta dei partecipanti è stata positiva ed eterogenea. Gli iscritti sono stati circa una trentina, di cui una buona metà nuovi soci AISO. La più giovane di 26 anni, la più grande di 80, per una età media poco sopra la trentina. Tra loro diversi dottorandi , operatori umanitari, mediatori culturali, artisti visuali, archivisti e bibliotecari.
I saperi multidisciplinari e le variegate sensibilità metodologiche che hanno animato la Scuola si sono via via raccordate armoniosamente, dando vita ad una tre giorni caratterizzata da una forte postura public. A partire dagli interventi di taglio metodologico sulla creazione e il trattamento degli archivi orali, si è infatti passati alla pratica, realizzando delle interviste collettive e confrontandosi direttamente con le fonti orali.
Venerdì 1° luglio 2022
Inizio dei lavori – ore 14.00
Abbiamo aperto la prima giornata presso la Sala del Consiglio Comunale di Fanano, dove Maria Chiara Guiducci, vicesindaco, ci ha accolto e portato i saluti della comunità, rimarcando il valore di queste iniziative con un focus sul patrimonio materiale e immateriale dei piccoli borghi.
Successivamente ci siamo diretti verso il Centro Culturale Italo Bortolotti, nei giardinetti antistanti al palazzo municipale.
Nella sala del Centro Bortolotti abbiamo intrapreso un primo percorso di appaesamento. Antonio Canovi ci ha prestato il suo sguardo per interpretare il paesaggio nel quale ci saremmo immersi nei giorni successivi. Grazie al ricorso della cartografia altimetrica e storica dell’Appennino modenese abbiamo goduto di una visuale dislocata, utile per orientarci e poter allocare le rielaborazioni dei testimoni.
Chiara Paris e Andrea Caira hanno presentato il lavoro di sistematizzazione e restituzione digitale de L’Archivio delle Voci, ospitato dal sito La Linea Gotica, promosso dai comuni di Fanano e Sestola, dalla Regione Emilia-Romagna e dall’Istituto Storico di Modena. Chiara ha descritto in maniera articolata le scelte metodologiche che hanno accompagnato il lavoro di descrizione e indicizzazione del corpus archivistico. Andrea, invece, si è soffermato sulle relazioni tra L’Archivio delle Voci e la Public History.
Non è soltanto una restituzione nozionistica, è proprio un voler dare una geografia; quindi, allocare la memoria in un luogo, in un tempo e in uno spazio che cambia, però l’atto del ricordare diventa per un secondo statico e questo è molto importante.
[Estratto video dell’intervento di Andrea Caira, parlando del progetto Archivio delle voci, 1° luglio 2022, trascrizione di Alice Tocchini. Riprese e montaggio a cura di Sergio Coppola: https://youtu.be/kbNDYwaAdFs ]
Rocca di Sestola- ore 17.00
Nel pomeriggio abbiamo raggiunto in auto la Rocca di Sestola, dove ad attenderci c’era il Prof. Mario Bartoli, rappresentante dell’Associazione E’Scamàdul. Bartoli ci ha accompagnati tra le stanze rocciose della fortezza, evocando i vari avvenimenti storici che si sono susseguiti nel corso dei secoli. Abbiamo perimetrato così la struttura della roccaforte del Frignano, obiettivo delle truppe napoleoniche, prima carcere e poi centro nevralgico di controllo territoriale durante la seconda guerra mondiale.
Terminata la parte guidata, fuoriusciti dalla cinta muraria, abbiamo identificato una piccola radura erbosa e ben ombreggiata da cui si ammira il tramonto per “acquartierarci” e praticare in gruppo la prima postura “rasoterra”, secondo la lezione di De Certeau, nell’accezione che ci è stata restituita da Antonio Canovi: interagire con l’ambiente circostante e soffermarsi e interrogare il dettaglio, per porre il soggetto nella condizione di farsi interprete, generare esperienza, dunque memoria del e “nel” paesaggio.
Così accovacciati in circolo ci siamo riconosciuti gruppo-Scuola e ci sono state restituite due belle sorprese. Giuliano Zanaglia (ANPI) ha letto per noi alcune lettere di antifascisti locali suscitando, attraverso quelle semplici ma granitiche parole, un senso di profonda condivisione. Successivamente abbiamo realizzato la prima intervista collettiva della Scuola. Antonio Canovi ha introdotto brevemente il pacifista Vittorio Merlini, tra gli animatori dell’associazione Rocca di Pace (https://www.google.com/url?q=https://www.gandhiedizioni.com/prodotto/rocca-di-pace-costruire-pace-in-se-stessi-in-comunita-e-nel-mondo/&sa=D&source=docs&ust=1675961577470226&usg=AOvVaw3C-71T7RBFpHD3AJff6c0S).
Durante l’incontro-intervista la memoria di Merlini ha riconfigurato la Rocca in una maniera rimasta fino a quel momento inesplorata nelle narrazioni precedenti. Lo spazio intorno a noi è stato significato progressivamente in altro modo, facendo emergere una realtà semiotica restituita dalla specifica esperienza soggettiva del nostro mediatore, di cui stavamo seguendo le tracce. Merlini ha raccontato delle attività svolte dai pacifisti della Rocca e del tentativo di irradiare nella comunità locale una nuova sensibilità collettiva, generativa di riflessioni inedite sulle nuove pratiche dell’abitare come il co-housing, ispirate al riconoscimento reciproco.
Chiostro del comune di Fanano – ore 20
Ritornati a Fanano, colmi di stanchezza e pure affamati, ci siamo diretti verso il chiostro del Comune dove abbiamo trovato ristoro nelle ricette aromatiche realizzate da l’Erbalonga: acque profumate e succhi di mirtillo, chersente (piade di montagna) e salse vegetali preparate a partire da erbe spontanee e frutti locali.
Dopo aver spiluccato per bene ci siamo seduti in un bel cerchio di sedie colorate tra quinte di ortensie multicolori: questa è stata la seconda postura “rasoterra” che ha consentito ai partecipanti di tradurre la tavola rotonda prevista da programma in un momento di socializzazione condivisa delle proprie esperienze di osservazione-partecipante e ricerca-azione in tema di archivi migranti. L’incontro è stato introdotto da Antonio Canovi e animato dagli interventi di Gianluca Gatta (AMM- Archivio memorie migranti – ITHACA), Giovanni Contini (AISO) e Metella Montanari (Istituto Storico di Modena). Nonostante si fosse ormai a sera tardi, con parecchi chilometri macinati dai partecipanti sin dall’alba per approdare in Appennino, la tavola rotonda ha acceso un dibattito prezioso e prolungato.
Sabato 2 luglio 2022
Centro Bortolotti- ore 9.30
La mattina del sabato la sveglia è suonata presto. Ci siamo ritrovati alle 09.30 presso il Centro Bortolotti per dare inizio alla giornata seminariale con una prima sessione metodologica.
L’introduzione è avvenuta in remoto: Maria Chiara Rioli, collegata dalla propria abitazione, ha descritto il progetto ITHACA, illustrando le modalità di archiviazione sviluppate dal gruppo dei ricercatori coinvolti.
Lo scopo del progetto è quello di concentrarsi sulle narrazioni di e sulle migrazioni del passato e del presente, analizzandole in un quadro storico il più possibile rigoroso, attraverso una prospettiva interdisciplinare e adottando un approccio comparativo e transnazionale.
[ Estratto video dell’intervento di Maria Chiara Rioli sul progetto ITHACA, 2 luglio 2022, trascrizione di Alice Tocchini. Riprese e montaggio a cura di Sergio Coppola: https://youtu.be/1rJ6_KyoeOg ]
Di seguito, l’antropologo Gianluca Gatta (AMM) ha presentato la ricca progettualità di tipo laboratoriale messa in campo dall’Archivio delle Memorie Migranti. Un’esperienza di intervento sul campo che ha come baricentro l’esperienza soggettiva dei migranti. L’AMM si presenta infatti come una “comunità di pratica” impegnata nella raccolta di testimonianze e nella produzione di racconti di sé, dalla realizzazione di audio e video partecipati alla elaborazione di materiali didattici per le scuole sull’esperienza della migrazione.
L’auto narrazione è questo: una voce che, autonomamente da un lato, ma anche in maniera intersoggettiva, in dialogo con chi sta ascoltando emerge senza un quadro che la ingabbi in discorsi predeterminati.
[Estratto video dall’intervento di Gianluca Gatta, riferendosi al progetto Archivio delle Memorie Migranti, 2 luglio 2022, trascrizione di Alice Tocchini. Riprese e montaggio a cura di Sergio Coppola: https://www.youtube.com/watch?v=4HDWM5oo_pU ]
La sessione mattutina si è conclusa con l’intervento di Patrick Urru (AISO). Il quesito di partenza “Che cosa è e come si maneggia un archivio orale?” è stato affrontato in maniera sintetica e chiara. Patrick ha saputo connettere la propria esperienza personale di bibliotecario/ricercatore con le linee guida pubblicate all’interno del Vademecum per le fonti orali.
Parlare di archivi orali significa parlare di storia orale e parlare di storia orale significa, dal mio punto di vista, rendersi conto di quanto questa parola ‘archivi orali’ sia riduttiva nel definire quello che noi, attraverso la storia orale, raccogliamo.
[Estratto video dall’intervento di Patrik Urru, parlando di archivi orali, 2 luglio 2022, trascrizione di Alice Tocchini. Riprese e montaggio a cura di Sergio Coppola: https://youtu.be/BKzODSC3jyI ]
Pranzo veloce da programma, un po’ meno nella realtà, e non per fame, ma per la curiosità dei partecipanti di incontrarsi e conoscersi, in questo primo anno di attesa della fine della pandemia. Essendo venuti meno due relatori, la giornata seminariale ha proseguito strutturando due sessioni tematiche: esperienze sul campo di lavoro coi migranti; interazione tra archivi orali e strumentazione digitale.
Con lo storico Gabriele Proglio (link completo all’intervento: https://www.youtube.com/watch?v=o7dsMzyHydg. Riprese e montaggio a cura di Sergio Coppola) siamo entrati nel vivo delle sue pratiche di lavoro transfrontaliero, prendendo come esempio il caso di Ventimiglia e la sua ricerca sulle storie di emigrazione contenute in Bucare il confine. Storie dalla frontiera di Ventimiglia. L’intervento di Proglio ci ha offerto un’occasione di dialogo su cosa significhi per chi pratica storia orale entrare in contatto con storie tanto complesse di difficile traduzione, fatte di scelte rischiose e attraversamenti dei limiti, con riferimento anche ad altri scenari di confine come quello della Rotta Balcanica e il contesto di Ceuta e Melilla.
La posizionalità di queste soggettività non è uguale a quella di chi ha una carta di identità europea in tasca, di chi abita da cittadino lo spazio europeo. Ad esempio, l’elaborazione delle memorie avviene in modo diverso.
[Estratto video dall’intervento di Gabriele Proglio, parlando della sua esperienza a Ventimiglia, 2 luglio 2022, trascrizione di Alice Tocchini. Riprese e montaggio a cura di Sergio Coppola]
Ilaria Cansella ed Elena Vellati, dell’Istituto storico grossetano per la Resistenza e l’Età contemporanea, hanno arricchito la sessione di interventi raccontando l’esperienza dell’Archivio della Rugginosa: un centro di prima accoglienza per persone migranti del comune di Grosseto, dove ha preso vita un archivio corrente che a oggi raccoglie più di 500 documenti, tra lettere e disegni lasciati dagli ospiti del Centro. L’intenzione è tenere tracce di testimonianza dell’esperienza vissuta durante il percorso verso l’Italia.
Ciò che è originale e unico è la spontaneità con cui queste carte sono nate.
[Estratto video dall’intervento di Ilaria Cansella, raccontando di Storie portate dal vento e dal mare, 2 luglio 2022, trascrizione di Alice Tocchini. Riprese e montaggio a cura di Sergio Coppola: https://www.youtube.com/watch?v=_BcDTFrGTYA ]
La correlazione tra organizzazione di archivi orali e potenzialità del digitale è stata illuminata dall’intervento a due voci di Silvia Tagliazucchi e Matteo Di Cristofaro, portavoci del progetto AFOR, i quali hanno presentato il lavoro di mappatura digitale e geolocalizzazione delle interviste realizzato nell’ambito del Villaggio Artigiano di Modena. L’intervento è stato arricchito dalla riflessione di Andrea Zanni (bibliotecario digitale MLOL) sulle potenzialità euristiche della linguistica computazionale applicata alla ricerca umanistica.
Questo che ci ha appena mostrato è in realtà una tecnica digitale, un modo digitale che va a creare delle comunità diverse, perché di fatto in questo modo riesco a mettere in comunicazione delle fonti dislocate anche proprio a livello di server, non solo geografico, attraverso dei principi che permettono di creare dei confini di una comunità.
[Estratto dall’intervento di Matteo Di Cristofaro, in merito al lavoro di Andrea Zanni, 2 luglio 2022, trascrizione di Alice Tocchini. Riprese e montaggio a cura di Sergio Coppola: https://www.youtube.com/watch?v=y2BXz4QOSKo]
L’intero seminario, nelle sue diverse sessioni, ha visto una partecipazione attiva degli iscritti alla scuola.
Museo del territorio di Trignano- ore 16.30
Arrivati nella frazione di Trignano, a 800 metri sotto il promontorio dei Monti della Riva e in larga vista verso la pianura padana, ci siamo riuniti in circolo per il terzo momento di postura “rasoterra”. A ospitare questo momento di dialogo e riflessività, il cortile verde che contorna la vecchia scuola della borgata, rigenerata nel Museo dei Monti della Riva dall’Associazione Linea Gotica.
L’intervento di Antonio Canovi a partire dalle sue esperienze di ricerca in America Latina sul tema delle memorie migranti regionali, ha dato avvio a un momento di reciprocità, in cui la discussione ha toccato diversi temi: dal passaggio della guerra tra quelle valli di montagna, all’esperienza multiforme delle migrazioni, tra le traiettorie di emancipazione materiale e le storie di insuccessi e ritorni nei paesi di origine. Abbiamo quindi visitato il Museo, composto di un piano dedicato alla Linea Gotica e un piano dedicato a Felice Pedroni (1858 -1910), migrante locale e cercatore d’oro in Alaska.
Domenica 3 luglio 2022
Parco della Convivenza di Fellicarolo- ore 10
La mattina del 3 luglio la Scuola ha assunto una forma ancora più errante e si è mossa alla volta di Fellicarolo, sopra quota mille. Qui abbiamo sperimentato la comprensione del paesaggio attraverso l’interpretazione soggettiva di chi lo abita e lo trasforma, ma da esso viene a sua volta trasformato e agito.
All’ombra di alcune betulle, abbiamo condiviso il quarto momento “rasoterra”, questa volta di intervista collettiva al curatore e creatore del Parco della Convivenza, Oberdan Melotti.
Il protagonista di questo momento è stato un enorme tronco di pioppo, “decapitato” e tuttavia ancora rigenerante installato nel parco espositivo. Grazie al racconto di Melotti ne scopriamo la storia: durante il periodo della Resistenza, ai rami dell’albero – posizionato lungo la statale Abetone-Brennero, non lontano da Carpi – furono impiccate quattro persone accusate di essere partigiani o loro sostenitori, tra i quali un nonno, un figlio e un nipote, tre generazioni di una stessa famiglia. Melotti, non rassegnandosi al fatto che l’albero-patibolo fosse stato rimosso a seguito di una delibera comunale degli anni ’90 (disposta per ragioni di sicurezza stradale), ha deciso di assumerne la custodia e di riconcettualizzarlo come installazione organica.
Il momento di cura paesaggistica ha avuto come conclusione una semina rigenerativa di pianta di calendula che voleva avere la funzione simbolica di una cicatrice, posta sul terreno “traumatizzato” dal dolore e dal lutto.
Per vedere la video-intervista a Oberdan Melotti: https://www.youtube.com/watch?v=g9dKMJ6Kfks
La terza giornata si è conclusa con una geoesplorazione guidata da Alessandro Gherardini, volontario dell’ANPI locale e dell’Associazione Linea Gotica. L’irto, ma piacevole cammino, ci ha condotti su uno dei declivi del Monte Cimone nella zona della Barducca. Qui si è presentata l’occasione di tornare di nuovo sulle memorie di guerra così radicate in questi crinali dell’Appennino, segnati dal passaggio del fronte. seduti ai piedi di un rifugio, Alessandro ha dato voce alle vicende del partigiano Ennio Cattinari, ucciso proprio in quel luogo, nel 1944, in uno scontro a fuoco con i nazifascisti (come riportato da una targa commemorativa affissa alle pareti della struttura).
Tornati verso valle ci siamo radunati nuovamente nel giardino di Oberdan per consumare l’ultimo pasto corale della scuola. Riparati dal folto verde delle conifere e distesi su alcuni teli di stoffa, abbiamo condiviso (quinta postura “rasoterra”) i cestini aromatici preparati con cura da l’Erbalonga: un’ottima cornice in cui salutare queste intense giornate e i nuovi incontri maturati.