È appena uscito il nuovo libro della collana di Storia Orale:
Scrivere (quasi) la stessa cosa.
La trascrizione come atto interpretativo nella pratica della storia orale a cura di Francesca Di Meo, Roberta Garruccio e Francesca Socrate, Firenze, Edit Press 2022
Questo volume raccoglie saggi che riguardano la trascrizione delle fonti orali. L’obiettivo è di mettere in comune vantaggi e limiti della trascrizione come tentativo di dire quasi la stessa cosa (secondo un’espressione utilizzata da Umberto Eco) rispetto al parlato, e di rendere nello scritto non solo l’orale, ma anche un orale “non vocale”. Il libro ha l’ambizione di contribuire a colmare un vuoto. La trascrizione del parlato è un passaggio spesso fondamentale, talvolta ineludibile, del lavoro degli storici e delle storiche orali sulle proprie fonti.
Eppure, nella vasta letteratura sul metodo della storia orale, e salvo alcune interessanti eccezioni, alla trascrizione è sempre stata dedicata un’attenzione relativamente limitata, sia in Italia sia in ambito internazionale. È un gap che si spiega con l’adesione comune all’assunto implicito che la trascrizione sia una sorta di atto meccanico, un passaggio obbligato e anche un po’ noioso, che segue regole piuttosto ovvie. Una più attenta riflessione spinge invece a considerare che di ovvio nella trascrizione c’è poco o nulla.
Essa è sempre un atto di natura interpretativa, un nodo che intreccia un piano tecnico, teorico, etico; una ricerca continua, condotta tra molte mediazioni, di un punto di equilibrio tra fedeltà, leggibilità, non dispersione del senso e significato trasmesso a voce. In questa direzione il volume si propone anche come un prezioso contributo didattico.
Indice
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