di Gabriella Gribaudi.
Maria Immacolata Macioti, una delle sociologhe italiane più attenta ai temi della memoria e della storia orale, ci ha lasciati il 10 luglio scorso. Una perdita dolorosa. Era una donna gentile e generosa e una studiosa innovativa e aperta alla discussione e alla condivisione di temi e oggetti di ricerca appartenenti a diverse discipline e campi di studio.
È stata tra i membri dei primi direttivi dell’AISO cui ha dato un contributo intenso e significativo. Sua è stata l’organizzazione di una delle prime scuole di storia orale dell’AISO nel Castello Colonna di Genazzano (Imparare a registrare: esercizi con la memoria a Genazzano. Metodologie di acquisizione delle fonti orali, 13-15 ottobre 2011). Ha insegnato sociologia per molti anni all’università di Roma La Sapienza ed è stata tra i più importanti esponenti della scuola che si riconosceva nella rivista “La Critica Sociologica” fondata e diretta da Franco Ferrarotti con cui Maria Immacolata Macioti condivideva l’approccio qualitativo e biografico alla ricerca sociale. Su questi temi aveva curato i volumi Biografia storia e società e Oralità e vissuto, entrambi pubblicati da Liguori (Napoli, 1997)
Sempre attenta ai temi dei diritti umani e delle disuguaglianze sociali era responsabile dell’Osservatorio Permanente Rifugiati Vittime di Guerra e negli ultimi anni si era dedicata allo studio dei genocidi e degli stermini di massa confermando la sua ispirazione profondamente interdisciplinare. (Genocidi e stermini di massa. Il Novecento a confronto, 2018; L’Armenia, gli armeni. Cent’anni dopo, 2015).